All’inizio del secolo scorso, ha fatto la storia del cinema muto d’oltre oceano.

Mario Bianchi, nacque a Cesena nel 1897, figlio di povera gente, i suoi genitori (Leopoldo Bianchi e Giacinta Pieri) avevano gestito in città prima un’osteria poi un negozio di frutta e verdura.

Scontrandosi con una realtà che poco si adattava alla sua naturale ricerca di nuove prospettive, lasciò Cesena in giovane età al seguito di un circo. Viaggiò in Francia e in Inghilterra adattandosi a fare i mestieri più diversi, un’esperienza che gli consentì di imparare l’inglese. A 17 Anni partì per l’America.

Iniziò la sua carriera artistica come ballerino a New York. Notato dal produttore Mack Sennet , cominciò a recitare come attore comico.

La sua prima apparizione sullo schermo risale al 1916 in Cold Hearts and Hot Flames, un corto di John G. Blystone

Nel 1918 Cambiò definitivamente il suo nome d’arte in Monty Banks, anche per la scarsa considerazione che gli americani avevano del popolo italiano.

Iniziò la sua carriera grazie ai  fratelli Warner, all’epoca proprietari di circuiti cinematografici, decisi ad ingaggiare attori a basso costo. Questo passaggio sancisce il vero decollo della sua carriera. Presero accordi con Monty per una serie comica di due bobine, da girarsi a basso costo: entrambe ebbero un notevole successo.

Banks, emergeva dagli altri comici per la sua formidabile agilità che gli permetteva di non usare controfigure nelle scene pericolose, ed aveva un’aria bonaria e spontanea (da buon romagnolo) che lo rendeva diverso dagli altri attori.

Forte dei suoi successi e dimostrando un notevole spirito imprenditoriale, entrò prima in compartecipazione con i fratelli Warner e poi realizzando una propria etichetta nel 1922, la The Monty Banks Pictures Inc.

La sua fu una comicità classica, basata sugli elementi tipici dello stile americano di quei tempi, lo “slapstick” (trovate di facile presa: torte in faccia, cadute, schiaffi … ) e la “pursuite” (inseguimento comico).

Con l’arrivo del cinema sonoro, il suo forte accento italiano lo danneggiò nella recitazione, portandolo a privilegiare l’attività di regista e di sceneggiatore a discapito della sua carriera di attore. Si dedicò alla regista a partire dal 1928 riuscendo a sopravvivere meglio di altri suoi colleghi all’avvento del sonoro.

Nel 1929 si trasferì in Inghilterra, ma durante la seconda guerra mondiale, essendo di nazionalità italiana, per evitare il rischio di venire internato, lasciò le isole britanniche e si trasferì prima in Canada e poi negli Stati Uniti, che, al momento, erano ancora un paese neutrale.

La sua ultima regia risale al 1941 quando diresse l’indimenticabile coppia comica di Stan Laurel e Oliver Hardy, ovvero Stanlio e Ollio, nel film Great Guns usando il nome Montague Banks..

La sua ultima apparizione fu nel 1945 in Una campana per Adamo di Henry King.

Oltre alla fama internazionale, ottenuta con i successi cinematografici, nella sua città natale è ricordato come filantropo per i bisognosi. Da ricordare in proposito quanto riportato nel 1950 sul Giornale dell’Emilia: “Si è prodigato in innumerevoli opere di beneficienza che lo ricorderanno lungamente. Nonostante la sua intensa attività in lontani paesi, è sempre rimasto vicino agli uomini della sua terra.” Nell’anno successivo lo stesso giornale annunciò che: “Presto nella sua residenza cesenate, in quel di Belvedere, dovrà sorgere una istituzione di beneficienza che del generoso artista perpetuerà la memoria”