Leonardo da Vinci, il grande genio del Rinascimento, trascorse un periodo nella nostra regione
Tutti quanti, in tutto il mondo, conoscono Leonardo da Vinci. Forse, però, non tutti sanno che il grande pittore, inventore e umanista visse in Romagna per un breve periodo. E forse non tutti sanno che proprio in Romagna ha lasciato traccia del suo grande genio.
L’8 agosto del 1502, Leonardo arrivò a Rimini. Qui elogiò la fontana nella piazza che oggi si chiama Cavour. Due giorni dopo, invece, Leonardo andò a Cesena, per la festa di San Lorenzo.
A Cesena, Leonardo compì alcuni rilievi delle mura e prese diversi appunti per alcune nuove fortificazioni; inoltre, tracciò dei disegni di prova. Notoriamente, infatti, Leonardo contribuì non poco alla strategia militare, con progetti di nuove armi e mura più resistenti, quindi il lavoro svolto a Cesena non fu un caso isolato.
Anzi, c’è un motivo storico. In quegli anni, la Romagna era appena passata sotto al dominio dei Borgia. Le città, che avevano ancora mura medievali, avevano bisogno di essere rinforzate, così Leonardo ne approfittò per applicare a queste ciò che aveva imparato a Milano, dove non riusciva più a trovare un lavoro e dove, soprattutto, aveva studiato le difese militari.
Il 6 settembre, poi, Leonardo arrivò a Cesenatico. Qui disegnò una planimetria del porto-canale e una veduta dall’alto del borgo. È piuttosto misterioso il modo in cui poté vedere bene la città dall’alto, visto che intorno non ci sono colline – e all’epoca non c’erano palazzi.
Il 10 settembre, a Imola, realizzò la mappa della città. Prima, però, si fermò a Faenza, dove disegnò la cattedrale.
Conosciamo bene ogni data e ogni lavoro perché il taccuino 10,9 per 7,2 centimetri che usò in Romagna è oggi conservato nella Biblioteca dell’Istitut de France di Parigi. Anche se rimase in Romagna per poco, i lavori qui svolti – per la regione – sono importantissimi: quella di Imola è la pianta più antica di una città, la veduta aerea di Cesenatico è quasi impossibile, le mura di Cesena sono avanguardia pura.
Senza dimenticare che su questo taccuino appuntò anche i suoi pensieri e le sue emozioni, come in un diario.