In un tempo lontano, viveva nel piccolo paese di S. Potito (frazione di Lugo di Romagna), un vecchio contadino gobbo.
Si racconta che avesse per moglie una delle donne più brutte di Romagna, tanto che in tutto il paese si diceva fosse una strega potente.
La leggenda vuole che una notte, uscito per un bisogno e intento a rientrare, il gobbo inciampasse nella scopa di sua moglie e prendendola per riporla venisse trascinato su in alto a forte velocità.
La scopa lo portò fino al Noce di Benevento, dove morto di paura vide tutt’intorno, vecchie megere ed animali di ogni tipo.
Si nascose in un albero cavo sperando di non essere visto. Impaurito rimase ad osservare; mentre alcune streghe rimestavano in un calderone, altre erano intente a fare un buffo ballo e ad intonare un canto.
A quella vista il gobbo scoppiò a ridere e subito calò il silenzio. Le streghe lo trovarono in un baleno e lo afferrarono portandolo verso il calderone.
Quando venne interrogato, il contadino raccontò la sua storia. Inoltre disse loro che, essendo lui un grande ballerino, non aveva potuto trattenersi dal ridere.
Viene tramandato che, messo alla prova, facesse divertire così tanto le streghe, che esse non solo non lo sacrificarono, ma lo rimisero sulla sua scopa e lo liberarono dalla gobba, segandola con una sega.
Al rientro, tutti in paese rimasero stupiti, soprattutto un altro gobbetto che viveva lì vicino.
Sentendo il racconto, chiese in prestito la scopa, e il mese seguente anche lui si recò al Noce di Benevento.
Egli non ricevette però la stessa accoglienza, fu sgarbato e arrogante e non riuscì a divertire le megere, che per punirlo, lo rispedirono a casa non solo senza tagliare via la gobba, ma attaccandogli sul davanti la Gobba tagliata al suo predecessore.