Un augurio tutto faentino!

Frase Popolare nella Faenza di un tempo, veniva adoperata per congratularsi con qualcuno a cui aveva arriso la sorte.

Le origini di tale detto sono avvolte nel mistero.

Si narra che la Ghilana fosse una donna nobile, bellissima, dal fascino magico, emanava  una luminosa energia.

Credenza comune vuole che ella donasse fortuna a chi la conquistava e sventura a chi rifiutava.

Ella abitava in un luogo chiamato tuttora orto della Ghilana ed era una contessa. La nobildonna  usciva dalla sua dimora solo nella terza notte di plenilunio, e solo allora, forse, si poteva la si poteva scorgere.

Ottenere il suo maleficio o il suo dono benefico dipendeva solo dalla capacità di vederla o non vederla.

La leggenda vuole che, nel 1500, Cesare Borgia tentò di occupare Faenza, la città resistette con estremo coraggio per sei mesi. Francesco Guicciardini uno storico dell’epoca scrive dell’eroica resistenza della piccola città.

Il Borgia si era accampato appena fuori le mura, vicino al convento dell’Osservanza. Sembra che il Valentino, saputo della contessa, avesse cercato in tutti i modi di incontrarla. L’attese lungo i sentieri fioriti dell’orto ed anche se la contessa Ghilana si presentò, egli non la vide e al Borgia non andò poi tutto per il meglio.

Oggi resta il ricordo di una figura avvolta nel mistero. La sua esistenza in vita non è mai stata provata, ne si è mai riusciti a collegarne la figura ad una donna storicamente esistita.

Forse, è solo una bella favola che ci si racconta per giustificare le vittorie ma soprattutto le sconfitte della vita quotidiana.

Forse un augurio di speranza…forse, sotto sotto, speriamo tutti di incontrarla…prima o poi.