Statua di Aurelio Saffi a Forlì

Una vita al seguito di Mazzini e della Repubblica

Uomo politico e scrittore (Forlì 1819 – San Varano, Forlì, 1890), Aurelio Saffi , avvocato, di idee liberali, accolse con entusiasmo le prime iniziative riformatrici di Pio IX ma, deluse le aspettative riposte nel pontefice, si avvicinò a G. Mazzini.

Grande sostenitore della causa repubblicana, fu l’estensore del manifesto, volto a rivendicare la Costituzione, approvato dai circoli popolari e patriottici della Romagna, nel 1848.

Iniziò l’attività politica nella sua città natale, fu consigliere comunale e segretario della Provincia nel biennio 1844-1845. Nel suo bagaglio culturale, oltre a Mazzini, figura anche l’abate Antonio Rosmini, filosofo e propugnatore dell’idea neoguelfa che prevedeva l’Italia organizzata come una federazione di Stati, governata dal Papa.

Alla vicenda romana, Saffi prese parte prima come deputato all’Assemblea Costituente (eletto a Forlì) e come ministro degli Interni, poi come componente del Triumvirato a capo del potere esecutivo, assieme a Carlo Armellini e allo stesso Mazzini. Tale esperienza politica fu di breve durata, poiché la nuova Repubblica cadde nel luglio 1849. Ritiratosi in esilio a Civezza, in Liguria, raggiunse successivamente Mazzini in Svizzera, per poi trasferirsi con lui di nuovo a Londra.

Nel 1853 tornò in Italia per organizzare l’insurrezione in Romagna. Esule nuovamente in Inghilterra , a Londra Aurelio sposò, nel 1857, Giorgina Janet Craufurd, da allora nota come Giorgina Saffi (Firenze, 1827 – San Varano di Forlì, 1911) figlia dello scozzese Sir John Craufurd e della nobile Sophia Churchill, ardente mazziniana ed esponente del movimento femminista risorgimentale italiano.

Al suo ritorno in patria fu nominato direttore del Popolo d’Italia, fondato nel 1860 da Mazzini. Deputato dal 1861, si dimise dopo lo scontro di Aspromonte e tornò a Londra (1862). Rientrato definitivamente in Italia nel 1867, si dedicò agli studî storici, pur mantenendo il proprio impegno politico.

Nell’agosto del 1874 fu arrestato a Rimini insieme con altri esponenti repubblicani con l’accusa di partecipazione ad un’insurrezione di stampo antimonarchico. Fu prosciolto nel dicembre dello stesso anno. Saffi, in realtà, è costantemente stato sostenitore di una concezione municipalista della vita politica.

Nel 1877 si trasferì a Bologna, dove cominciò la carriera di docente di Diritto pubblico presso la locale Università. Nel frattempo si occupò della memoria storica dell’amico Mazzini, morto il 10 marzo 1872, curandone gli scritti e la loro pubblicazione. Morì nella sua casa a 70 anni.