Situato nel centro storico, questo spazio museale raccoglie il passato della località rivierasca
Accanto alla chiesa di San Francesco Saverio, nota anche come del Suffragio, sorge l’ex collegio dei Gesuiti costruito fra il 1746 e il 1755 su progetto di Alfonso Torreggiani. Il grandioso complesso ospita le collezioni di proprietà comunale qui confluite con il passare degli anni per comporre il Museo della Città inaugurato nel 1990.
Nel 1773 con la soppressione dell’ordine dei gesuiti, l’edificio – che aveva caratteristica forma architettonica a U addossato al fianco della chiesa – venne ceduto ai domenicani per poi essere utilizzato dal 1797 al 1977 come ospedale civile e militare. Gravemente danneggiato durante la seconda guerra mondiale fu sottoposto a restauro, sotto l’intervento dell’architetto Pier Luigi Foschi, arrivando ad ospitare locali e sale espositive del Museo della Città.
Fondamentale per la formazione di questo percorso museale è stata l’opera dello studioso Luigi Tonini che scrisse la Storia sacra e civile di Rimini raccogliendo testimonianze disperse sul territorio che poi presentò alla città in una prima mostra nel 1870.
La visita al museo, che si trova in Via Luigi Tonini 1 all’angolo con piazza Ferrari, inizia nel cortile-giardino che accoglie il lapidario romano: attraverso la serie di epigrafi, pietre miliari, stele e are funerarie sono ricostruite le vicende politiche e sociali della città dal I° secolo a.C. alla tarda antichità.
Dal 2003 la sezione archeologica con le testimonianze della Rimini imperiale si sviluppa in alcuni locali del pianterreno: protagonisti di questi spazi sono gli splendidi mosaici, in particolare quello a tessere bianche e nere che raffigurano l’ingresso delle navi nel porto, proveniente dalla domus di palazzo Diotallevi, e la scena esotica di via Fratelli Bandiera.
Deriva invece dalla Domus del Chirurgo di piazza Ferrari il ricco corredo di strumenti medici, suppellettili che consentono di accostarsi ai temi fondamentali della salute, delle strategie e delle tecniche dell’epoca.
Dal territorio compreso fra i fiumi Marecchia e Conca provengono numerosi reperti fra cui monete, terracotte, marmi e bronzi d’età romana tra cui si segnala una bella copia della testa del Doriforo di Policleto. Nella sezione naturalistica si trovano invece i fossili dell’importante giacimento del Marecchia.
Dallo scalone settecentesco si accede alla pinacoteca organizzata su due piani: al primo sono disposti i capolavori della scuola riminese del Trecento. Tra questi spicca l’affresco raffigurante il Giudizio Universale, in origine nella chiesa eremitana di Sant’Agostino dove ancora si conservano i cicli con le Storie della Vergine di Giovanni da Rimini, di Cristo del Maestro dell’Arengo e di San Giovanni evangelista di un maestro anonimo. Alla committenza dei Malatesta riportano invece le straordinarie tavole di Giovanni Bellini e del Ghirlandaio oltre a un consistente numero di medaglie di Sigismondo Pandolfo Malatesta a cui apparteneva anche una cassa da corredo in legno finemente decorata.
La scuola locale è rappresentata da opere di Lattanzio da Rimini, Girolamo Marchesi da Cotignola e della bottega di Benedetto e Bartolomeo Coda. Sullo stesso piano, tra arredi, sculture e ceramiche rinascimentali è raccolta una serie di arazzi fiamminghi con le Storie di Semiramide.
Il percorso museale prosegue poi con la sezione dedicata ai maestri del Seicento con i dipinti di Guido Cagnacci e del Centino. Sono inoltre rappresentati i più importanti artisti che lavorarono nella regione, da Guido Reni al Guercino a Simone Cantarini.
Un’interessante panoramica sui maggiori personaggi della nobiltà e del clero locale fra il Seicento e il Settecento caratterizza la Galleria dei Ritratti e degli Stemmi mentre le nature morte a firma di frà Nicola Levoli completano gli esempi dei generi della pittura.
Sito web www.museicomunalirimini.it