Basilica San Vitale Ravenna
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Patrimonio Unesco dell’Umanità, è un capolavoro di arte paleocristiana e bizantina

Se anche Carlo Magno la scelse come modello per la sua Cappella Palatina di Acquisgrana, le caratteristiche architettoniche della basilica ravennate di San Vitale dovevano rappresentare davvero un unicum nella storia dell’arte bizantina. E infatti fu così.

Sorta su un sacello del V° secolo eretto in memoria del martire Vitale, poi inglobato nella struttura stessa, si racconta che la chiesa di Ravenna per essere ulteriormente nobilitata agli occhi dei fedeli sia stata fatta costruire sul leggendario luogo del martirio del santo anche se in realtà si sa che le sue spoglie vennero trovate a Bologna da Sant’Ambrogio nel 393.

La chiesa era preceduta da un grande quadriportico, scoperto solo nel XX° secolo, sostituito poi da un chiostro benedettino nel X° secolo, stesso periodo in cui la cupola venne decorata con affreschi e decorazioni in stile bizantino e costruito il campanile: quello attuale risale al 1696 quando venne parzialmente rimaneggiato in seguito ad un grave terremoto.

Nel XVI° secolo l’antico chiostro fu sostituito da quello odierno in stile rinascimentale, opera di Andrea Della Valle, e il pavimento venne rialzato di circa 80 cm per impedire le infiltrazioni di acqua. La cupola fu nuovamente affrescata da artisti di Faenza e fra il 1778 e il 1782 ricoperta da un nuovo ciclo di affreschi in stile barocco. Nel 1932, per riportare il piano del pavimento allo stato originale, presero il via interventi di restauro che portarono alla luce due spicchi del famoso mosaico datato VI° secolo.

Considerato uno degli edifici più importanti di Ravenna, San Vitale ha pianta ottagonale ed è realizzato con mattoni laterizi lunghi e sottili fra cui si trova uno strato di malta dello stesso spessore (4×48 cm). L’edificio è formato da due corpi, uno più basso e largo e l’altro più alto e stretto che termina con la cupola. Al centro di ciascun lato della parte più elevata si apre un’arcata che racchiude una finestra. A est si trova invece l’abside, semicircolare internamente e poligonale all’esterno, affiancata da due piccoli ambienti rettangolari a nicchia e da due sacrestie circolari. Nella parte esattamente opposta si trova l’antico e grande ingresso costituito da un particolare nartece detto a “forcipe”.

La cupola della basilica si innalza su otto pilastri con un diametro di 16 metri e rappresenta uno degli elementi architettonici più caratteristici dell’edificio religioso: è formata da anelli concentrici orizzontali di due filari di tubi fittili sovrapposti in maniera degradante in modo da potersi elevare senza richiedere grande spessore dei muri laterali. Attualmente la cupola è decorata con affreschi barocchi che sono però in contrasto con le semplici linee architettoniche della chiesa. Altrettanto interessanti sono le colonne e i capitelli delle esedre e delle trifore; le colonne sono alte e eleganti e probabilmente importate dall’Oriente. Si trovano anche suggestivi capitelli-imposta che andarono a sostituire quasi completamente quelli corinzi e che si presentano con bordi di foglie di alloro e raffinate decorazioni vegetali stilizzate.

Fra le decorazioni a mosaico più interessanti vi sono quelle di Abramo con episodi della sua vita, del profeta Geremia e di Mosè mentre nel catino absidale troneggia la figura di Cristo su uno sfondo aureo, seduto su un globo azzurro, e con indosso una tunica porpora e dorata: tiene in mano il rotolo dei sette sigilli e nell’altra una corona che offre a Vitale, titolare della chiesa. Nella parte inferiore dell’abside vi sono i celebri pannelli con i cortei dell’imperatore Giustiniano e dell’imperatrice Teodora mentre offrono vasi liturgici alla basilica in occasione della sua consacrazione. Particolarmente suggestiva è la figura di Teodora raffigurata mentre  procede portando in mano un calice d’oro tempestato di gemme preziose.

Sia da un punto di vista architettonico che da quello dei decori a mosaici, San Vitale è un esemplare unico perché ha saputo fondere in maniera originale elementi della tradizione occidentale e orientale tanto da essere stato definito come “l’unico edificio veramente straordinario dell’Occidente nel VI° secolo”. Rimasta sostanzialmente inalterata, la basilica ha conservato sia lo spazio originale che i mosaici diventando espressione dell’arte ufficiale di Giustiniano.

L’architetto di San Vitale, probabilmente un occidentale, ha saputo tradurre in modo originale la nuova architettura combinando elementi di derivazione orientale come pianta ottagonale, muratura, colonne e capitelli, con altri provenienti dall’Occidente fra cui le torri scalari, il tamburo e la tecnica costruttiva della cupola.

Anche nell’epoca del Rinascimento la basilica suscitò grande interesse tanto che il Brunelleschi si ispirò proprio ad essa per elaborare il progetto della Rotonda di Santa Maria degli Angeli.