pieve nova
resti della peive nova a san giovanni in galilea (web museorenzi.it)

La pieve dalla storia millenaria e di cui rimangono solo tracce archeologiche e documentarie

I primi documenti che attestano la presenza della pieve risalgono al X secolo dove viene menzionato il plebato di San Giovanni in Galilea. Più precise e dettagliate sono le testimonianze del XVI secolo quando la pieve risulta essere un centro amministrativo e religioso di piccoli villaggi sparsi. Questi i documenti.

Dagli scavi archeologici emerge un quadro sempre vago. Infatti la pieve fu soggetto di scavi archeologici a partire dal 1970 quando vennero alla luce le fondazioni dell’abside semicircolare della pieve di età Bizantina. La zona dei ritrovamenti è la località “Piva”, ovvero all’incrocio di antiche strade che collegavano il territorio della Val Marecchia con il Montefeltro e il Rubicone.

Tali resti risalgano, secondo gli archeologi, alla metà del VI secolo o metà del VII. Si pensa che tale pieve venne danneggiata e, più tardi, si costruì una nuova cripta all’interno, probabilmente in età romanica.

All’inizio del XVI secolo la pieve venne abbandonata per movimenti franosi che la danneggiarono. Si costruì allora la Pieve Nova, oggetto di scavo tra il 2004 e il 2007. Cambiamenti climatici, soprattutto infiltrazioni di umidità la danneggiarono ulteriormente e alla fine del XVII secolo la pieve divenne inagibile. Si sa che nel 1742 il tetto della pieve crollò e la pieve stessa venne definitivamente abbandonata nel 1746.