San Pietro in Sylvis: raffinato esempio di architettura esarcale in Romagna
Questo viaggio nell’architettura in Romagna ci porta a Bagnacavallo, più precisamente nella periferia a nord della città, poco distante dall’oasi naturalistica del Podere Pantaleone. Questa folta area boschiva, che già nell’antichità ospitava un tempio dedicato a Giove come testimoniano le iscrizioni marmoree qui rinvenute, oggi fa da cornice a una delle pievi romaniche meglio conservate della Romagna: la pieve di San Pietro in Sylvis.
L’edificio risale al VII secolo e rappresenta un tipico esempio di architettura esarcale. Si erge su una pianta rettangolare divisa in tre navate, quella centrale più alta rispetto alle due laterali, delimitate internamente da pilastri a forma di “T” che sorreggono otto arcate a tutto sesto. Il soffitto della navata centrale, di legno scuro, è a doppia capriata. La ripartizione delle navate è ripresa anche nella facciata esterna tramite quattro lesene. Sul lato nord sorge un campanile frutto del restauro della pieve avvenuto nel 1933.
L’orientamento è tipico delle basiliche cristiane: la facciata a ponente e l’abside a levante. Quest’ultimo, semicircolare all’interno e poligonale all’esterno, ospita affreschi del 1320-1325 raffiguranti scene di crocefissione e attribuiti al pittore Pietro da Rimini. Nel presbiterio sopraelevato, accessibile tramite due scalette laterali, si trova un altare a cippo in marmo greco della fine del VI secolo. La cripta, datata intorno al X secolo, ha il pavimento abbassato di mezzo metro rispetto al livello della chiesa ed è ornata da un altare a mensa in marmo greco su colonnine databile intorno al VI-VII secolo.
Fatta con materiali di reimpiego, la pieve di San Pietro in Sylvis non manca certo di carattere e fascino raffinato.
FAI – Pieve di San Pietro in Sylvis