L’edificio religioso si trova a Montalto, circa 4 km dal Comune di Sarsina, in provincia di Forlì-Cesena
L’abbazia di S. Salvatore in Summano ha origini antichissime, forse anteriori al Mille, di certo è documentata almeno dal 1041, anno in cui compare in un atto notarile l’abate Graziano che la dirige. Il nome “Summano” sarebbe derivato da un precedente tempio pagano dedicato al dio Plutone o al dio Giove “Summo Mane”.
L’abbazia di S. Salvatore ebbe la protezione di vari papi che le assicurano ricchezza e potenza; sino alla fino del XII secolo seguì la regola benedettina, ma almeno dalla seconda metà del secolo successivo i monaci si orientarono verso quella camaldolese.
I Camaldolesi la lasceranno nel 1568, quando papa Pio V l’unirà in perpetuo alla mensa vescovile di Sarsina
L’edificio era andato in rovina nel 1891 sotto il peso della neve depositatasi sul tetto; era poi stato semidistrutto da una frana attorno al 1940, ed era stato ricostruito dalla Soprintendenza ai Monumenti dopo la seconda guerra mondiale. Comunque, conserva ugualmente un grande fascino e una grande bellezza, sia per l’architettura in sé, sia per il paesaggio che fa da cornice.
La pianta è molto semplice, a navata unica, e sul fondo si apre un’abside circolare. Appoggiate alla chiesa sul lato sinistro vi erano due stanze (probabilmente una canonica costruita per il parroco che venne insediato qui nel XVI secolo), una delle quali è crollata e l’altra è in piedi; subito dietro si erge il piccolo campanile.
Il portate, realizzato in cotto, è strombato, e nella parte superiore la facciata era animata da una bifora. Fra i due elementi si trovava un rilievo marmoreo dal frontone a capanna, di reimpiego, rappresentante Cristo in trono fra i santi arcangeli Michele e Gabriele; il rilievo viene datato al X secolo, ma la lastra è stata incisa originariamente nel VII; attualmente è inserito nell’altare maggiore della Cattedrale di Sarsina.