Negli anni ’30 del 1900 la fortezza divenne residenza estiva di Benito Mussolini
L’origine della Rocca delle Caminate, castello situato a 356 metri di altitudine nel borgo di Meldola, in provincia di Forlì-Cesena, risalirebbe attorno all’anno mille, su un antico villaggio preesistente, per altri invece sulle rovine di un fortilizio romano.
Siamo in Romagna, a pochi chilometri da Predappio e a 16 da Forlì: residenza estiva di Benito Mussolini nel corso degli anni trenta del 1900, la Rocca delle Caminate deve il suo nome alla configurazione dei cammini di ronda che contornavano le mura della struttura anche se per altri storici il nome deriverebbe piuttosto dal numero di stanze caminate, ovvero provviste di camini o focolari e quindi riscaldate. Altri ancora infine farebbero discendere il nome dalla presenza nel territorio di forni con camini utilizzati per la produzione di calce partendo dalla roccia calcarea.
Ciò che sappiamo per certo è che della fortezza originaria sono rimaste solo le fondamenta e qualche muro mentre la restante parte che vediamo oggi è opera della ricostruzione effettuata a partire dal 1500 dai forlivesi. Osservando la struttura più antica se ne distingue la vocazione militare data anche dalla posizione strategica del castello: da qui si possono scorgere le vallate del Bidente e del Rabbi.
Nei secoli passati la rocca è stata protagonista di vicende legate alla storia e alle vicissitudini di famiglie importanti fra cui i Belmonti, gli Ordelaffi, i Malatesta, i Borghese-Aldobrandini e i Doria Pamphili. Questi ultimi attorno al 1834 affidarono il castello ai Baccarini di Forlì sino a quando giunse nelle mani dei Dalle Vacche, ultimi proprietari forlivesi. Caratterizzata da demolizioni e modifiche anche radicali durante i vari cambi di proprietà, nel 1870 un forte terremoto che colpì duramente il territorio della Romagna danneggiò seriamente la Rocca delle Caminate che nei successivi 50 anni si presentò come un cumulo di macerie.
Fu nel 1923 che la Soprintendenza ai Monumenti per la Romagna progettò il restauro dell’edificio per adibirlo a residenza estiva di Mussolini: a tal proposito vennero raccolte circa 70 mila firme con tanto di offerte economiche per permettere di effettuare gli interventi di ripristino, avviati nel 1924 e terminati tre anni dopo. Il castello fu così trasformato in dimora personale del politico italiano che vi organizzò incontri e riunioni con autorità e capi di stato. Sulla torre dell’edificio venne installato un faro tricolore visibile, grazie alla potenza di ben 8 mila candele, sino a 60 km di distanza. Proprio nella rocca, nel settembre del 1943, si svolse la prima riunione del Consiglio dei Ministri della Repubblica Sociale Italiana.
Fra gli spazi della struttura vi sono una sala polivalente, utilizzata oggi per conferenze e seminari, dotata di ogni strumentazione tecnologica e di 150 posti a sedere, 5 aule didattiche, uffici e un laboratorio informatico. La corte interna, all’aperto, racchiusa fra le alte mura del castello e da un’ala dell’edificio stesso, può accogliere invece fra le 250 e le 400 persone (misura circa 60 x 25 mt); di grande imponenza è infine il massiccio torrione.
Acquistata nel 1971 dall’Amministrazione Provinciale di Forlì per 48 milioni di lire – dieci anni prima Rachele Guidi, proprietaria del castello, lo avevo venduto all’Opera Nazionale Maternità e Infanzia -, la Rocca delle Caminate venne restaurata solo negli anni successivi. Gli arredi originali furono rimossi già dopo la Seconda Guerra Mondiale: la scrivania che fu di Mussolini si trova negli uffici del primo cittadino di Predappio, a Palazzo Varano.
Oggi questa importante testimonianza architettonica e storica è un centro di alta formazione universitaria, sede del Tecnopolo di Forlì-Cesena, gestita dalla Ser.In.Ar. per attività formative e culturali; ospita inoltre strutture di studio del Centro Interdipartimentale di Ricerca Aeronautica, Spazio e Mobilità dell’università di Bologna ed è legata alle Gallerie del Vento Caproni della vicina Predappio.
Ogni anno il castello è palcoscenico di un palio che rievoca le lotte fra le antiche famiglie proprietarie e di una rassegna di arti del Medioevo fra cui falconeria e tiro con l’arco; è inoltre tappa di arrivo della cronoscalata automobilistica Predappio-Rocca delle Caminate.