Detta anche Pieve del Tho, s’incontra poco oltre un chilometro da Brisighella. E’ la pieve più antica sorta nella Valle del Lamone
Le sue origini sono assai remote e la fanno risalire a Galla Placidia, figlia di Teodosio, che l’avrebbe fatta erigere con i resti di un tempio dedicato a Giove Ammone. L’epoca della sua costruzione è ignota, probabilmente sorse tra l’VIII e il X secolo.
È detta “in ottavo” perché collocata all‘ottavo miglio della strada romana (“Via Faventina”, indicata nella Tavola Peutingeriana) che congiungeva Faenza con l’Etruria.
Suggestivo tempio in stile romanico, a pianta basilicale, a tre navate, divise da archi che poggiano sopra undici colonne di marmo grigio e una di Verona, moIto diverse fra loro come spessore e larghezza (forse di materiale di reimpiego di un antico preesistente tempio dedicato – come già accennato – al dio Giove Ammone).
I muri della navata centrale, all’esterno, presentano pregevoli decorazioni di archetti e di lesene, poste fra le monofore. Un miliare romano con iscrizione dedicata ai quattro imperatori della decadenza (anni 376-378), una lastra, ora pallotto dell’altare centrale (VIII-IX sec.) lapide funeraria in ceramica (XVII sec.), affreschi dei secoli XIV-XVI, capitello corinzio (acquasantiera) del primo secolo d.c., testimoniano l’antichità di questa “Chiesa-Madre” della valle del Lamone.