Opera ingegneristica costruita fra il 1974 e il 1982, sorge nel Comune di Bagno di Romagna, in provincia di Forlì Cesena
Esempio perfetto di equilibrio fra ingegneria umana e ambiente naturale, la diga di Ridracoli, sbarramento artificiale del fiume Bidente e del più breve rio Celluzze, dagli anni ’80 fornisce acqua alla Riviera Romagnola e alle pianure in provincia di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini.
L’invaso del lago, che sorge nel Comune di Bagno di Romagna, sull’Appennino Romagnolo, ad un’altezza di 557 metri di altitudine, è stato realizzato fra il 1974 e il 1982. Si allunga per circa 5 chilometri verso l’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, habitat, fra l’altro, di daini e caprioli: a realizzarlo furono la Cogefar Spa, la Lodigiani Spa e la Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna che impiegarono in totale 3.700.000 ore di lavoro con punte sino a 500 lavoratori al giorno, in tre turni da 8 ore.
La diga, costruita con inerti, sabbia e pietrischio legati con cemento pozzolanico tipo 325 e con l’inserimento di barre d’acciaio, s’innalza per 103,5 metri, con una larghezza che varia da 10 a 36 metri (dal coronamento della parte alta alla base) e una lunghezza di 432 metri. Per ammirare il lago e i suoi paesaggi si può partecipare a tour su battello elettrico e canoa, escursioni in e-bike o mountain bike, trekking e molte altre iniziative.
Nel borgo di Ridracoli, un chilometro prima della biglietteria della diga, si trova Idro, l’Ecomuseo delle Acque, aperto al pubblico nell’estate del 2004 e rinnovato nel 2018. Oltre alla sede centrale (disposta su 4 piani), Idro è composto da stazioni tematiche (polo tecnologico, paesaggistico e naturalistico) dislocate presso l’area della diga.
All’interno del museo si possono scoprire i segreti dell’acqua, protagonista indiscussa, e della foresta tramite l’uso di touch screen, visori per la realtà aumentata, modellini e giochi interattivi che renderanno più piacevole la visita a grandi e bambini.