Ubicata in un luogo che ha qualcosa di incantevole, la pieve di Monteriolo ha radici antichissime: il primo documento è del 950, confermato dallo stile stesso della chiesa e dai reperti
Nell’abside è visibile solamente l’affresco della Madonna con Bambino e, il 19 dicembre 1972, vennero trovati altri quattro personaggi, identificati grazie al resoconto della visita pastorale di monsignor Peruzzi del 6 luglio 1608: san Cassiano, imolese, patrono della parrocchia; san Vicinio di Sarsina patrono della Diocesi, santa Caterina d’Alessandria, sant’Ippolito.
Tali affreschi, unici nella zona, si trovavano in uno stato piuttosto precario, soprattutto a causa degli interventi dei secoli successivi che avevano coperto e alterato le immagini originali, rendendo lacunoso parte dello strato originario. La Sovrintendenza ha compiuto il restauro lo scorso anno, con risultati positivi.
Seguirono altri ritrovamenti nel 1982, quando il parroco don Vittorio Morosi spostò l’ancona cinquecentesca e venne alla luce parte di un affresco molto lacerato, e nel quale era stata aperta una nicchia per inserirvi la statua della Madonna dell’ancona stessa. Ora si trova nel Museo Diocesano di Sarsina.
Raffigurante San Rocco, è importante perché ci riporta una data importante, 1544, che può servire come riferimento per datare anche gli affreschi dell’abside. Interessantissima l’imponente ancona lignea cinquecentesca, intagliata e dorata, unica in Romagna, che sorreggeva la tela alta oltre 3 metri, seicentesca, con i 15 misteri del Rosario restaurata in questi mesi.
La parte inferiore venne rubata nel 1975 e subito ritrovata, la rimanente fu smontata. Ora i pezzi sono stati assemblati e restaurati, verranno rimontati al termine dei lavori alla Pieve che inizieranno in primavera. Interessante anche la millenaria mensa d’altare, di pietra grezza, e la volta in pietra scolpita del Seicento toscano della cappellina laterale.
Il campanile, costruito nel 1921, ospita 3 campane coeve del Brighenti di Bologna, che suonate insieme formano un accordo dissonante, caratteristico.
Questa comunità ha sofferto il più spaventoso spopolamento, passando da un migliaio di abitanti del periodo prima della Seconda guerra mondiale, con parroco e cappellano residenti, agli attuali 12, residenti molto distanti tra loro, che ancora hanno la fortuna di avere la presenza del sacerdote, don Renzo Marini di Sarsina, l’ultima domenica del mese nel pomeriggio.