Prigione di Cagliostro San,Leo,,Rimini
Cella di Cagliostro, Fortezza di San Leo

La rocca inespugnabile ultima dimora del Conte di Cagliostro

Posizionato a 639 mt d’altezza, il massiccio Forte Rinascimentale di San Leo fu famoso nel Medioevo per essere pressoché inespugnabile e carcere invalicabile. Oltre ad essere un luogo di importanza strategica, la rocca di San Leo lega la sua fama a quella del conte di Cagliostro il cui vero nome era Giuseppe Balsamo passò qui, da prigioniero, i suoi ultimi anni di vita.

I suoi contemporanei ritenevano che possedesse doti magiche e curative. Tuttavia, proprio le pratiche esoteriche gli costarono la condanna da parte del Tribunale dell’Inquisizione, che ne decretò la reclusione perché eretico e dedito al credo esoterico.

il 7 aprile 1790 fu accusato e condannato a morte dopo la distruzione, nella pubblica piazza, dei manoscritti e degli strumenti massonici. In seguito alla pubblica rinuncia ai principi della dottrina professata, Cagliostro fu graziato da papa Pio VI che modificò la condanna a morte nel carcere a vita, da scontare nelle prigioni della fortezza di San Leo.

Fu alloggiato in un primo momento nella cella del Tesoro, la più sicura ma anche la più tetra ed umida dell’intera Fortezza. I soldati che giorno e notte svolgevano il servizio di guardia, avevano ricevuto ordine di non parlare al prigioniero, cui era stato interdetto anche l’uso della carta, della penna e dell’inchiostro.

Successivamente fu trasferito nella cella del Pozzetto, nella parte centrale del mastio, grande solo tre metri per tre. L’unica apertura è costituita da una piccola finestra, munita di un triplice ordine di inferriate, rivolta verso la Pieve e la Cattedrale affinché questa risultasse, per il recluso, l’unica visione possibile.

Si accede alla cella da un’apertura laterale praticata recentemente ma, al tempo di Cagliostro, l’unico varco era costituito da una botola collocata nel soffitto, da cui fu introdotto il prigioniero e attraverso la quale venivano somministrate le razioni di cibo ed effettuata una costante e continua sorveglianza.

Il 26 agosto 1795 il “Conte” si spense. L’atto di morte, testimonianza del reale accaduto, è conservato nell’archivio parrocchiale di San Leo, redatto in latino dall’arciprete Luigi Marini. Il Conte fu sepolto a San Leo, secondo alcuni in una legnaia, secondo altri in una fossa scavata nella terra. anche la morte di questo affascinante personaggio si confonde tra realtà e leggenda.