Forlì Rocca Ravaldino
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La costruzione fu prima cittadella fortificata e poi carcere sino a diventare sede espositiva per mostre

Realizzata nel Medioevo – ciò che vediamo oggi è però il risultato di rimaneggiamenti avvenuti nel corso dei secoli successivi -, la Rocca di Ravaldino è uno dei più importanti monumenti storici della città di Forlì (Forlì-Cesena), in Emilia Romagna. Conosciuta anche come la Rocca di Caterina Sforza, questa fortezza rappresentò per tutta l’epoca medievale il luogo adibito alla difesa del territorio: una vera e propria cittadella fortificata divenuta poi carcere e, ai giorni nostri, in parte, sede espositiva per mostre e concerti.

Il nome Ravaldino deriverebbe da una preesistente fortificazione chiamata Bonzanino, un “rivellino” (termine trasformato poi in Ravaldino), cioè un fortilizio rudimentale. La storia menziona la costruzione di una rocca, nucleo originale di quella attuale, fra il 1360 e il 1370; diversi decenni più tardi, Pino III° Ordelaffi, signore di Forlì, ordinò all’architetto Giorgio Marchesi Fiorentino la progettazione delle fortificazioni arrivate sino ad oggi.

La rocca venne innalzata nel 1481 e, su commissione di Girolamo Riario (nuovo signore di Forlì), poco dopo anche la cittadella che vide l’aggiunta dei rivellini di Cesena e di Cotogni: il risultato fu un complesso costituito da corpi separati racchiusi da un complesso sistema di fossati, mura e ponti. A Caterina Sforza, signora di Imola e contessa di Forlì, si deve nel 1496 la costruzione del terzo rivellino e di una cittadella sulle rovine dell’antico fortilizio trecentesco per cui fu necessaria la distruzione di buona parte del Palazzo Comunale dell’epoca per avere materiale a disposizione.

Persa la funzione difensiva, la rocca fu adibita a carcere (fra i primi prigionieri, a inizio XVI° secolo, ci fu anche Astolfo Guiderocchi, figlio di Tommaso e discendente della nobile casata ascolana di estrazione ghibellina), funzione ricoperta tutt’oggi.

Negli anni Sessanta del 1900, la fortezza è stata in parte restaurata con la realizzazione delle coperture di due torrioni e del maschio. A caratterizzare la struttura è l’architettura massiccia a pianta quadrangolare con torrioni piuttosto bassi a forma di cilindro e con il mastio, anch’esso tozzo, a base quadrata. Proprio quest’ultimo è costituito da tre sale sovrapposte (a cui ne è stata aggiunta una quarta sotterranea adibita a magazzino); nell’ambiente superiore si trova la bocca di un pozzo che scende sino al cortile interno.

Di particolare interesse architettonico è la scala a chiocciola, realizzata in pietra ma senza perno centrale, formata da 67 gradini che si sostengono per sovrapposizione (non è però visitabile dal pubblico). Altrettante interessante è lo stemma dei Borgia, sul lato sud della rocca, che mostra un toro rosso su uno sfondo giallo e verde. Preso d’assedio a fine 1499, il castello di Ravaldino cadde nel gennaio 1500 proprio per mano di Cesare Borgia e in quell’occasione Caterina Sforza venne condotta prigioniera a Roma.

Nel giardino della fortezza sono presenti ancora oggi alcuni resti del fortilizio trecentesco e delle mura del Quattrocento.

Durante i mesi estivi la rocca ospita appuntamenti musicali, eventi culturali e artistici oltre a esposizioni temporanee che permettono al pubblico di visitare, almeno in parte, uno dei simboli della città romagnola.

Informazioni su www.cultura.comune.forli.fc.it