Tra i borghi più romantici dell’entroterra romagnolo, Montescudo ospita il Castello di Albereto
A 4 km da Montescudo, uno dei borghi più affascinanti dell’entroterra romagnolo, troviamo il Castello di Albereto, il cui nome originario, Castrum Albereti, richiama il nome della limitrofa foresta di tigli e pioppi in mezzo al quale si trovava l’accampamento romano, tipico assetto di molti comuni nella splendida valle del Conca.
La prima citazione del nome Montescudo risale però al 962 in riferimento alla concessione di Albereto ad Ulderico di Carpegna da parte dell’Imperatore Ottone. Inizia da questo momento un periodo di benessere per tutta la zona che però ha vita breve. Tra il XIII e XIV secolo Albereto diventa un tira e molla tra le famiglie Montefeltro e Malatesta, fino a quando Pandolfo Malatesta, nel 1336, lo conquistò quasi definitivamente (a parte le brevi conquiste del Duca Valentino Borgia). Solo nel XVI secolo Albereto passò dalla Chiesa a Nicola Guidi Bagno.
Dal punto di vista architettonico, il Castello di Albereto rimane uno degli esemplari più fini del periodo malatestiano. La prima comparsa del suo nome risale al 1233 e a metà del 1400 Sigismondo Malatesta lo rafforzò con un potenziamento della cinta muraria realizzata secondo i canoni della “scarpata malatestiana”. Tale approccio consiste nel dotare la cinta muraria di una scarpata alla base che termina in un fossato per maggiore difesa. Sempre rifacimenti successivi hanno portato alla realizzazione delle tre torri circolari, la torre campanaria e la terrazza belvedere. Dopo il passaggio napoleonico, il castello subì pochi cambiamenti se non distruzioni belliche e la ricostruzione avviata nel 1950.
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