Piccolo e caratteristico borgo nell’entroterra romagnolo tra Rimini e Cesena, Borghi venne ingrandito dallo stesso Napoleone Bonaparte
La prima volta in cui troviamo il nome Borghi sui documenti risale al 1358. E’ il periodo di papa Innocenzo VI, quando il borgo passa nella mani dei Malatesta, signori di Rimini. Gli anni della seconda metà del 1300 vedono Poggio Borghi “non solventes”, dal Vicariato di Santarcangelo a causa di depredazioni perpetrate dai cavalieri ungheresi.
In seguito a conflitti tra Sigismondo Malatesta da un lato e papa Pio II e Federico Montefeltro dall’altro, i Malatesta dovettero cedere parte loro territorio alla Santa Sede a partire dal 1463. Nel 1464 Borghi rientrò nel Vicariato di Santarcangelo, rimanendovi per una ventina di anni. Da allora e per decenni, Borghi fu oggetto di vicende e governi alterni fino a passare nuovamente alla Santa Sede nel 1504. Nel 1553 Camillo Sassatelli, ottenuta la signoria di Borghi, fece costruire un palazzo nella parte centrale del borgo. Fece anche ristrutturare, a scopo difensivo, le mura e fortificazioni risalenti al periodo malatestiano. Dopo la sua morte, e quella della moglie, nel 1579 la Santa Sede ottenne nuovamente il borgo.
Borghi ritrova la prosperità solo nel XVIII secolo. Tale periodo positivo vide nuovi lavori edilizi e di ristrutturazione. Infatti si restaurarono nuovamente le mura del castello e si ricostruì la Chiesa di Santa Croce.
Borghi venne poi annesso al Regno d’Italia nel 1861. Nel 1879 don Francesco Renzi, parroco di S.Giovanni in Galilea, iniziò una raccolta di reperti archeologici. Fondò anche un museo, a lui intitolato, oggi una delle maggiori attrazioni del comune di Borghi.