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Le uova benedette sono un'usanza pasquale ancora diffusa (Shutterstock.com)

Scopriamo uno dei proverbi “di Pasqua” più famosi

“L’uovo benedetto è buono anche dopo Pasqua” è sicuramente uno dei proverbi più coloriti. Ancora una volta, tutto nasce dall’esperienza popolare.

Durante le festività pasquali – in realtà è una pratica che esiste tutt’ora –, il parroco benediva le uova. Questa usanza, un tempo, avveniva soprattutto in campagna, dove più o meno tutte le case avevano un’aia in cui razzolavano le galline.

La mattina di Pasqua, le famiglie consumavano queste uova benedette perché “portava bene”, ed era una tradizione religiosa molto forte. L’uovo rappresenta la resurrezione, ed è per questo che è un simbolo della festa.

Il modo di dire, come detto, nasce da qui. Quando le uova benedette avanzavano, infatti, venivano utilizzate per fare altro, come la sfoglia. Visto che un tempo la povertà in Romagna era dilagante, nessuno poteva permettersi di buttare via delle uova. Letteralmente, le uova erano buone anche dopo Pasqua.

Oggi il significato si trasla su altre cose. Il proverbio viene usato per dire che qualsiasi cosa può funzionare anche dopo la sua “scadenza”. Un regalo di compleanno o una festa in ritardo, un debito finalmente saldato… E così via.