pvlon-mat

Olindo Guerrini è uno dei “padri fondatori” della poesia dialettale romagnola

Olindo Guerrini è l’autore dei Sonetti romagnoli, una delle opere più importanti della poesia dialettale.

Guerrini usò “il dialetto romagnolo raggiungendo una notevole efficacia nel descrivere la psicologia dei suoi conterranei” (Wikipedia), e le sue liriche sono molto intimiste.

Spazia dallo stile classico a quello carducciano.

Non per altro era soprannominato il “Baudelaire romagnolo”.

Ecco la poesia A la mi belia (“Alla mia balia”):

Sit banadetta, povra bugadera,
Che par tri scud e’ mes t’m’è dè la tetta
L’era pu mei, l’era pu mei, puretta,
T’a m’avess bulí viv in t’la caldera.
T’an putitia ciaper int’la manera
E spacchem com’un zocch, fetta par fetta,
Ch’a n’avrebb, tribulè, sit banadetta,
In ste boia d’ste’ mond, in sta cagnera?
Basta, za intignimod l’ora l’è vsena
Ch’andarò nenca me la zo in t’e’ post
Indov ch’i m’ha suplì la mi babena:
Icsé la finirà sta filastrocca
D’ pianzar la nott e d’sangunè d’nascost
E d’ridar sempar cun e’ fel in bocca.

Traduzione:

Sii benedetta, povera lavandaia, / che per tre scudi al mese mi hai dato la tetta! / Era pur meglio, era pur meglio, poveretta, / che m’avessi bollito vivo nella caldaia! // Non potevi prendere la mannaia / e spaccarmi come un ceppo, fetta per fetta, / che non avrei tribolato, sii benedetta, / in questo boia di questo mondo, in questa buffonata? / Basta, a ogni modo è già vicina l’ora / che andrò anch’io laggiù nel posto / dove hanno seppellito la mia bambina. // Così avrà fine questa filastrocca / di piangere la notte e di sanguinare di nascosto / e di ridere sempre con il fiele in bocca.