Tolmino Baldassari è stato un importante peota romagnolo
Tolmino Baldassari nacque a Castiglione di Cervia, il 15 maggio del 1927. Ultimo di cinque figli, suo padre faceva il carrettiere, sua madre la casalinga. Piccola curiosità: suo padre lo registrò all’anagrafe con una “r” in meno di Baldassarri.
A ventisei anni si trasferì a Ravenna, a San Pietro in Vincoli, e poi a Cannuzzo nel 1962. Visse qui fino alla morte, avvenuta il 28 aprile del 2010.
Tolmino Baldassari fece i lavori più disparati: meccanico, bracciante agricolo, funzionario di partito, sindacalista nella CGIL… Fu anche consigliere comunale dal ‘51 al ‘56 e dal ‘64 all’89 per il PCI.
Cominciò a scrivere negli anni ’70, quando aveva quasi cinquant’anni. La sua fonte d’ispirazione fu I bu di Tonino Guerra. Pensava che scrivere in dialetto fosse fuori dal tempo, ma il peota di Pennabilli gli fece cambiare idea.
Nel 1975 uscì la sua prima raccolta, Al progni ṣerbi, a cui seguirono altre sillogi. Tolmino Baldassari, però, non si fermò qui: lavorò anche come traduttore, specialmente dallo spagnolo.
Baldassarri, negli anni, tenne diverse lezioni di letteratura in scuole e Università, tanto che fu anche professore di poesia all’Università di Ravenna per adulti.
Nell’87, Franco Brevini inserì Baldassari nell’antologia Einaudi dei poeti dialettali del ‘900.
La sua collezione di libri, alla morte, fu donata alla Biblioteca di Cervia. Nel 2014, invece, è nata l’Associazione Tolmino Baldassari, che si occupa di divulgare le opere del poeta.