Esiliato a Ravenna, Dante parlò di questa terra nella Commedia
Il Sommo Poeta, come tutti sanno, è sepolto a Ravenna. Avendo trascorso molti anni in Romagna, ebbe modo di conoscerla a fondo. Quante volte e dove la cita nella Commedia?
All’Inferno, nel Canto XXVII, Dante incontra Guido da Montefeltro, condannato perché fraudolento. Costui, morto ad Assisi nel 1298, non poté più vedere la sua terra d’origine, così chiede al poeta cosa ne è stato della Romagna: “Dimmi se Romagnuoli han pace o guerra; / ch’io fui d’i monti là intra Orbino / e ‘l giogo di che Tever si diserra”.
La cosa interessante di questi versi è che traccia dei confini ben definiti del Sud, addirittura da Urbino al monte Fumaiolo. Per il Nord, invece, Dante parla dei confini della Romagna nel Canto XIV del Purgatorio, quando incontra Rinieri da Calboli. Scrive “Tra ‘l Po e ‘l monte e la marina e ‘l Reno”, indicando il Reno e il Po come fiumi di confine.
Però non si ferma qui. Anzi, la Romagna è citata molte altre volte. La più famosa, ovviamente, è nel Canto V dell’Inferno, quello di Paolo e Francesca. Qui, propria quest’ultima descrive la sua terra: “Siede la terra, dove nata fui, / su la marina dove ‘l Po discende / per aver pace co’ seguaci sui”.
Sempre nel Canto XXVII, rispondendo a Guido da Montefeltro, Dante scrive: “Romagna tua non è, e non fu mai, / sanza guerra ne’ cuor de’ suoi tiranni; / ma ’n palese nessuna or vi lasciai”.
E poi ancora cita la pineta di Classe (Purgatorio Canto XXVIII), le cascate dell’Acquacheta (Inferno Canto XVI), e poi Castrocaro, Bertinoro, Forlì… e tanti altri posti – troppi per elencarli tutti.