Una raccolta, come un piccolo dizionario, di alcuni simpatici proverbi
Dopo il glossario di “false friends” romagnoli, cioè termini che sembrano voler dire una cosa ma che significano tutt’altro, passiamo a un’altra raccolta. Forse più divertente, forse più utile. Sicuramente con qualcosa che magari non si sa. Si parla, ovviamente, di un piccolo dizionario di proverbi e detti romagnoli.
L’aqua la fa mêl, e’ ven e’ fa cantê
E cioè “l’acqua fa male, il vino fa cantare”. Secondo la tradizione, ci si trova in Romagna finché continuano a offrire vino. Quando si passa in Emilia, cominciano a offrire acqua. Questo proverbio riassume perfettamente il concetto di “romagnolità”.
T’vò che un nespol e faza i fig?
“Vuoi che un nespolo faccia i fichi?” Prendendo spunto dall’esperienza ortofrutticola, questo proverbio serve per indicare le cose impossibili.
Par San Martèn al bott pini ‘d ven
E cioè “per San Martino le botti piene di vino”. San Martino viene a novembre, quando la vendemmia è già finita da un po’. È una filastrocca simpatica per ricordarsi le tempistiche del vino. Ancora una volta, la Romagna e il vino sono legati.
È’ più pulid l’ha la rogna
“Il più pulito ha la rogna”. Si capisce già così che non è una bella situazione…
L’aqua l’è bona da lavêss la faza
Ancora vino: “l’acqua è buona per lavarsi la faccia” dice già tutto da solo.
E’ sgnor e’ magna quand ch’l’ha fan, e’ puret quand ch’u n’ha
Riassume perfettamente la vita di un tempo: “il ricco mangia quando ha fame, il povero quando ne ha”. Ma si usa anche per evidenziare situazioni di tutti i giorni: fare le cose quando si può o quando si vuole.
Tci sgudible
“Sei sgodibile”, e cioè odioso. Una parola bellissima, che esiste solo in Romagna e che in italiano non può essere tradotta letteralmente. Quanti “sgodibili” conosciamo? Non si riescono a contare.