La posizione storica del romagnolo fra i dialetti contermini è l’opera seminale del linguista Friedrich Schürr
Friedrich Schürr, famoso linguista austriaco e maggior studioso del romagnolo, ha condotto, nel 1914, una ricerca fondamentale per la nostra lingua.
Armato di fonografo, girò in lungo e in largo per la Romagna intervistando la gente, per capire come parlavano. Passò per Ravenna, Meldola, Imola, Rimini, Santarcangelo, Coccolia, Morciano, Faenza, Cesena e Forlì.
Le persone intervistate dovevano leggere alcune frasi in italiano e tradurle in dialetto.
Quello che ne risultò fu La posizione storica del romagnolo fra i dialetti contermini, un saggio fondamentale sul romagnolo.
Schürr capì che nel romagnolo (e in altri dialetto settentrionali) le vocali a, e ed o si pronunciano nasalizzate quando sono seguite dalle consonanti n e m, proprio come fa un francese quando pronuncia il nome di Macron.
Uno dei motivi per cui il dialetto romagnolo è così diversificato è dato dalle strade che congiungono Faenza e Forlì con la Toscana, “tagliando” la Romagna trasversalmente.