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Leo Longanesi è stato molto prolifico

Come abbiamo visto, Leo Longanesi è stato uno degli editori italiani più importanti. Ancora oggi, la casa editrice che prende il suo nome continua a pubblicare libri. Nel corso della sua vita, però, Longanesi ha fatto di tutto.

Fondò ben nove riviste: Il Marchese nel 1920, anche se durò solo un numero. È permesso…? nel 1921, per tre numeri. Il Toro, nel 1923, che come l’altra durò solo tre numeri. Dominio nel 1924, L’italiano ne 1926, Omnibus nel ’37, Il Libraio nel 1946, Il Borghese nel ‘50 e Il Garofano Rosso nel ’52.

Fu direttore di ben sette riviste: L’Assalto, Il Secolo Illustrato, Tutto, Storia di ieri e di oggi, Fronte. Giornale del soldato, Il Profugo, Sette. Settimanale di varietà.

Scrisse cinque testi teatrali (Due Servi, Una conferenza, Il commendatore, Il suo cavallo, La colpa è dell’anticamera), e libri fra romanzi e saggi. Espose quadri in varie mostre, fra cui alla Biennale di Venezia, e nel 1941 ebbe una mostra personale alla Galleria Barbaroux di Milano. Tutt’oggi, un suo dipinto è alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.

Lavorò anche come disegnatore, soprattutto pubblicitario. Fece campagne per l’Agip e la Vespa.

Ebbe a che fare addirittura col cinema. Collaborò alla sceneggiatura di diversi film, fra cui Batticuore di Mario Camerini, La sposa dei Re di Duilio Coletti e Fra Diavolo di Luigi Zampa (tutti pre-guerra). Nel ’43 iniziò a girare Dieci minuti di vita, ma l’occupazione tedesca di Roma mise fine al progetto.

Infine, non si può non citare ancora una volta la casa editrice omonima.

Insomma, non si può dire che Longanesi non abbia toccato, in un modo o nell’altro, tutte le arti.