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Quali sono le origini del dialetto romagnolo?

Innanzitutto, è bene capire che il dialetto romagnolo, come qualsiasi altro dialetto, è in tutto e per tutto una lingua. Di base, non c’è differenza fra il romagnolo e l’italiano. Una lingua, però, si “eleva” sopra a un dialetto perché ha una grammatica scritta, è codificata, è largamente diffusa. Detto questo, vediamo quali sono le origini del romagnolo.

Il romagnolo, come praticamente tutti i dialetti d’Italia, viene dal latino. Nel Medioevo, il latino cominciò a trasformarsi nei vari dialetti regionali, con modificazioni fonetiche e morfologiche. Per esempio, nel romagnolo – come in altri – scomparvero le declinazioni.

Il romagnolo, però, ha alcune caratteristiche che lo rendono diverso dagli altri – altrimenti sarebbe stato toscano, o umbro. Innanzitutto, alcune influenze bizantine fra il VI e il VII secolo, e diverse tribù germaniche che scesero in queste terre. Inoltre, il latino stesso parlato in Romagna non era uguale al latino parlato a Roma o in Toscana, perché – come oggi ci sono gli accenti romani o toscani – anche all’epoca c’erano diversi accenti per diversi latini. Infine, una rimanenza celtica da tempi antichissimi.

Secondo Friedrich Schürr, il romagnolo divenne una lingua a sé stante fra il VI e il VII secolo, quando la Romagna si trovò isolata dal resto della Val Padana.

Guido Laghi, linguista, dice che le influenze germaniche si trovano in due parole: “bere” e “russare”. “Trinchêr” e “runfêr”, infatti, derivano dall’ostrogoto.

Inoltre, si legge su Wikipedia, i Franchi portano l’abitudine di caricare la vocale tonica, cioè quella con l’accento, sottraendo potenza alle precedenti e alle successive. Questo portò alcune parole latine, come “geneuculu”, “ginocchio”, a diventare più corte per via della “caduta” delle vocali depotenziate. Ecco quindi che avremo “znòc”. Ancora: “oculu”, “occhio”, diventa “òc”.

La “distruzione delle atone” è una caratteristica distintiva del romagnolo.

Da allora, fino a oggi, il romagnolo si è evoluto e trasformato ancora, differenziandosi di città in città, di paese in paese. Ma la sua grammatica è un’altra storia.