La storia d’amore tormentato fra il poeta e l’autrice
Dino Campana, come abbiamo visto, è stato un poeta fondamentale per tutta la poesia italiana. I suoi Canti Orifici sono tutt’ora considerati una vetta artistica inarrivabile. La storia d’amore che ebbe con Sibilla Aleramo – una relazione che oggi tutti definirebbero “tossica” – è una parte forse meno ricordata nella vita dell’autore.
Si conobbero nel 1916. Sibilla era famosa nei circoli intellettuali per il suo testo femminista Una donna. La sua vita era stata tremenda: violentata da un dipendente del padre e costretta a sposarlo, era risuscita a scappare dal matrimonio solo prendendo in custodia il figlio. Da quel momento, era sempre stata da sola, ma indipendente e libera nelle sue scelte e nell’amore.
Nel 1916, Sibilla lesse i Canti Orifici, e finita la guerra scrisse una lettera a Dino Campana. Lui le rispose invitandola nella sua Marradi, e lei accettò.
Dino Campana, come si sa, soffriva di disturbi mentali. La sifilide non aiutava certo la situazione. Molto spesso partiva e andava lontanissimo – in Argentina, in Ucraina –, e faceva i lavori più disparati.
Se lui era introverso e condizionato dalla sua malattia, lei era estroversa e abituata alla vita mondana. Dino era gelosissimo, lei aveva altri amanti, si picchiavano spesso.
Nel 1918, la loro storia era praticamente finita. Nel 1917 Sibilla riuscì a portare Dino da un celebre psichiatra, ma non si sa cosa disse il dottore: solo, i due non si rividero per un bel po’.
Il 17 gennaio 1918, dall’ospedale psichiatrico in cui era ricoverato, Dino le scrisse l’ultima lettera, chiedendole di andare a trovarlo, ma lei non rispose mai. Né si videro più.