Il “Libro dei sogni” di Fellini è un testo onirico e bellissimo per conoscere il grande regista
Federico Fellini, nato a Rimini nel 1920, è considerato uno dei più grandi registi italiani – se non il più grande –, e uno dei maggiori cineasti di sempre. La strada, Le notti di Cabiria, 8 e mezzo e Amarcord hanno vinto l’Oscar come miglior film straniero, e le candidature come regista e sceneggiatore si sprecano. Amarcord, soprattutto, è davvero un pezzo di Romagna che è andato a Hollywood, probabilmente per essere pronunciato male agli americani.
Fellini, però, non è stato solo un grande regista, ma anche un ottimo scrittore. Le sceneggiature dei suoi film parlano da sole. Il fumetto era una sua grande passione.
Fellini era solito disegnare personalmente gli storyboard dei suoi film. Ideò anche due fumetti, Viaggi a Tulun e Il viaggio di G. Mastorna, detto Fernet, entrambi mutuati da due sceneggiature e disegnati da Milo Manara.
Il libro dei sogni si inserisce in questo contesto. Si tratta del “diario” che Fellini tenne fra gli anni ‘60 e gli anni ’90, e in cui annotava tutti i sogni e gli incubi sotto forma di disegni e didascalie. Pieno di colore, di schizzi, di fantasia.
Chiunque apprezzi il regista, i fumetti o semplicemente l’arte non può non leggerlo.