Francesco Talanti è stato un poeta romagnolo
Francesco Talanti nacque il 2 febbraio del 1870 a Sant’Alberto, in provincia di Ravenna.
Gran viaggiatore, irrequieto, visitò un sacco di posti. Fra i tanti mestieri, fu anche precettore di italiano all’estero e insegnante di matematica.
Nella sua vita fu critico letterario (Sottovento) e autore scientifico (L’uomo e la parola, che è un saggio sull’origine dell’uomo). Scrisse addirittura un romanzo giallo, intitolato L’ombra del delitto.
La nascita di Roma è un suo pometto piuttosto famoso, ma le opere per cui è conosciuto sono altre.
Innanzitutto, i due scritti In Romagna e Le spiagge di Romagna. La prima è una raccolta di quattro conversazioni che dovevano essere trasmesse in radio, mentre l’altra è un omaggio e un inno alla riviera, che già all’epoca era frequentata.
Il suo lavoro più celebre, però – oltre al saggio Saggi di traduzione della Divina Commedia – è la traduzione effettiva di alcuni canti del poema del Sommo. In particolare, dei canti I, II, III, V, XIX, XXI dell’Inferno.
Giusto per curiosità, ecco qui l’inizio:
An sera piò un zuvnot e gnanca anzian
quand am truvè int’ un bosch ch’l’era tant scur
senza un sintir in vel, e fura d’man.
Letteralmente:
(non ero più un giovanotto e neanche anziano,
quando mi ritrovai in un bosco che era tanto scuro,
senza un sentiero da nessuna parte, fuori mano).
Morì a Rimini il 27 giugno del 1946.