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Raffaello Baldini riesce a rendere poesia anche i cani (Shutterstock.com)

Scopriamo un paio di poesie di Raffaello Baldini

Come abbiamo visto, Raffaello Baldini scrive poesie spesso brevi ma divertentissime, argute, al limite della battuta. Come per esempio Tom:

Quant émm zughé sa Tom,

quèll ch’a m so divertéi,

mo inteligent, l’era e’ chèn de mi zéi,

piò inteligent ch’ nè léu.

(Quanto abbiamo giocato con Tom,

quel che mi sono divertito,

ma intelligente, era il cane di mio zio,

più intelligente di lui).

Oppure Cucù:

L’è un schérz ch’a n’e’ capéss, a m sint srè i ócc

sal mèni da di dri: cucú, chi è?

e quèst csa vól? dài, ch’a n sémm piò burdéll,

Ricardo, tè t’ é sémpra voia, no?

ta n si Ricardo? t si Tonino, no?

a i so, t si Loris, no? porca putèna,

chi èll? chi sit? a m vólt,

mo dò ch’ l’è ’ndè st’ pataca? u n gn’è niseun.

(È uno scherzo che non capisco, mi sento chiudere gli occhi

con le mani da dietro: cucù, chi è?

e questo cosa vuole? dai, che non siamo più bambini,

Riccardo, tu hai sempre voglia, no?

non sei Riccardo? sei Tonino, no?

ci sono, sei Loris, no? porca puttana,

chi è? chi sei? mi volto,

ma dov’è andato ’sto patacca? non c’è nessuno).

Ribadiamo ancora una volta ciò che disse Pier Vincenzo Mengaldo: “Se non restasse ancora vivo il pregiudizio pigro per il quale un poeta in dialetto è un ‘minore’, anche quando è maggiore, Raffaello Baldini sarebbe considerato da tutti quello che è, uno dei tre o quattro poeti più importanti d’Italia”.