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La nebbia è la protagonista di una delle poesie di Nino Pedretti (Shutterstock.com)

Leggiamo insieme due poesie di Nino Pedretti

Nino Pedretti è stato un poeta santarcangiolese piuttosto importante – ne abbiamo parlato qui –, soprattutto per la sua ricerca linguistica nei riguardi del dialetto. Ecco due poesie.

La prima si intitola Al poeṣéi, “le poesie”, e possiamo dire che è una specie di meta-poesia.

Ò scrétt zinquènta poeṣéi par un léibar

zinquènta galéini biènchi te curtéil

e a li guèrd cumè una cuntadéina

che sàbat la li pórta me marchè.

(Ho scritto cinquanta poesie per un libro,

cinquanta galline bianche nel cortile,

e le guardo come una contadina

che sabato le porterà al mercato)

È una poesia molto semplice, legata anche alla vita contadina, e paragona le poesie a delle galline di cui la contadina si prende cura. Insomma, le scrive. E continuerà a prendersene cura almeno finché non le porterà al mercato – il mercato dell’editoria –, dove le venderà e le pubblicherà per tutti.

La matéina prèst, invece (“la mattina presto”), è una delicatissima poesia sui ricordi.

A m’arcórd la matéina se cafè

l’udòur di tréni, la nèbia

d’in èlt datònda al chèṣi

e’ sònn ch’e’ pastruciéva s’l’aria

e i ruméur dal curiri

sal pènzi pini ad studént

e e’ sòul ch’lavnéva so pianín

alzènd al brazi e la caméisa

rossa de dè

te zil ch’l’aveva frèdd

ancòura par la nòta.

(Ricordo la mattina col caffè

l’odore dei treni, la nebbia

in alto attorno alle case

e il sonno che si impastava con l’aria

e il rumore delle corriere

piene di studenti

e il sole si alzava piano

alzando le braccia e la camicia

rossa del giorno

nel cielo ancora infreddolito

per la notte)

Una poesia piena di immagini e suggestioni, insomma. Davvero delicata e leggera.