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Scopriamo due detti romagnoli (Shutterstock.com)

Scopriamo insieme due detti dialettali

Nel corso del tempo, abbiamo visto diversi modi di dire e proverbi. Oggi scopriamo ben due detti dialettali.

Il primo è “andem a durmì che sta zenta la vo’ andè in chiìs”. La traduzione è molto semplice, ed è “andiamo a dormire che questa gente vuole andare in chiesa”.

Ancora una volta, quest’espressione deriva dall’esperienza popolare. Siccome la messa si celebrava alla mattina, e siccome molto spesso bisognava raggiungere la chiesa a piedi o in calesse dalle proprie case sparse nella campagna, bisognava alzarsi presto per poter essere pronti in orario. E allora la sera prima non si potevano fare le ore piccole.

Insomma, si usa e si usava per suggerire agli ospiti di andarsene, perché si è fatto tardi e il giorno dopo bisogna alzarsi presto. Oppure, semplicemente, per chiedere metaforicamente alle persone di lasciarci in pace.

Il secondo detto è “quel e’ cônta cum’e do ad coppi quand cmanda bastòn”. E cioè “quello conta come il due di coppe quando comanda bastoni”. Chiaramente ci si riferisce alla briscola, dove un seme – quello di briscola, appunto – comanda su tutti gli altri.

Chiaramente, se la briscola è bastoni le coppe non valgono niente, tanto meno il due, che a livello di punteggi è la carta più bassa. Sia che si giochi a marafone, sia che si giochi a briscola.

Ovviamente si usa per indicare qualcuno che non vale molto, anche se molto spesso si tende a contrarre il detto, lasciando solo “Quel e’ cônta cum’e do ad coppi”. Sottintendendo, insomma, il valore della briscola, perché i romagnoli sanno già.