Friedrich Schürr è stato il più grande studioso della lingua romagnola
Friedrich Schürr nacque a Vienna, il 9 giugno del 1888. Nonostante suo padre volesse imporgli gli studi da ingegnere – lui era architetto –, il giovane Friedrich passò quasi subito alla filologia romanza e germanica. La letteratura e la lingua lo appassionavano di più.
Giunto al termine dei suoi studi, gli venne assegnata una tesi sul Pvlon matt (“Paolone matto”), un poema romagnolo del ‘500. Fu proprio questa tesi a convincerlo a visitare la Romagna, di ritorno da un viaggio a Firenze.
Era l’inizio del secolo, e scoprì che la pronuncia delle parole e il suono della lingua erano molto diversi rispetto all’idea che si era fatto studiando il poema, così decise di fare altri viaggi. Durante uno di questi soggiorni conobbe Aldo Spallicci, “e’ ba’ dla Rumâgna”, che divenne per lui un punto fermo.
Nel 1914, Schürr condusse una ricerca sul campo: dotato di fonografo, andava in giro a intervistare la gente. Fu il primo a registrare la lingua romagnola parlata.
La ricerca si basava su 57 frasi in italiano che i parlanti dovevano leggere e poi tradurre in dialetto. Con lui c’erano anche Santi Muratori (direttore della Biblioteca Classense) e Aldo Spallicci. I tre attraversarono Ravenna, Meldola, Imola, Rimini, Santarcangelo, Coccolia, Morciano, Faenza, Cesena e Forlì.
Il risultato della ricerca fu sorprendente: Schürr scoprì che il dialetto romagnolo era diventato una lingua con tratti distintivi fra il VI e l’VIII secolo, quando l’Italia era in mano ai longobardi e ai bizantini. All’epoca, Ravenna era isolata dal resto d’Italia, quindi la lingua divenne “indipendente” rispetto ai dialetti della zona padana, più vicini al longobardo.
Questa ricerca, pubblicata fra il 1917 e il 1919, valse a Schürr una cattedra in filologia romanza. Fu uno dei più importanti studiosi della dittongazione romanza, per esempio, e si dedicò anche ad altri dialetti, come quello ferrarese e quello toscano (senza dimenticare le altre lingue, come lo spagnolo e il rumeno).
Nel 1974 divenne cittadino onorario di Ravenna. Morì il 24 agosto del 1980, a Costanza.
L’Istituto Friedrich Schürr, attivo tutt’ora, si prodiga per la salvaguardia del dialetto, mentre il carteggio fra Schürr e Spallicci (30 lettere) è conservato nella biblioteca di Ravenna.