I Canti orfici: una delle opere più importanti del ‘900 italiano
Dino Campana, come abbiamo visto, è uno dei poeti italiani più importanti del ‘900. I Canti orfici, la sua opera più famosa, sono di riflesso uno dei lavori di maggior risonanza nel panorama del secolo scorso.
I Canti orfici sono un prosimetro, cioè una raccolta di versi e prosa. La letteratura è piena di esempi simili: Rimbaud, Baudelaire… anche La Vita Nuova di Dante è un prosimetro.
In ogni modo, i Canti orfici furono scritti da Dino Campana nel 1913 con il titolo Il più lungo giorno, ma l’editore a cui aveva affidato il manoscritto lo perse. Venne ritrovato solo nel 1971, quando Campana era morto da anni. Il poeta, insomma, fu costretto a riscrivere tutto daccapo.
Nel 1914 uscì la prima edizione con il titolo nuovo – Canti Orifici, appunto –, ma il successo fu praticamente nullo. Nel ’28, invece, mentre Camana era ricoverato in manicomio, l’editore Vallecchi ristampò l’opera aggiungendo poesie successive, senza chiedere il permesso all’autore. Dopo la morte del poeta, poi, le edizioni critiche si sono succedete fino a oggi.
I Canti orfici prende il titolo da Orfeo, mitologico primo poeta. Le allusioni al mistero e alla poesia primitiva sono chiare. Il contenuto, invece, è piuttosto equilibrato: 15 componimenti in versi e 14 in prosa. Il viaggio, invece, è uno dei temi più importanti – che sia reale o onirico –, e in effetti Orfeo, andando nell’aldilà per recuperare Euridice, proprio un viaggio affronta.