La Romagna è una terra di canti e danze. Scopriamo quali
Canti e danze, in Romagna come in altre regioni, hanno scandito l’esistenza di un tempo. Un secolo fa, infatti, la semplice vita quotidiana delle persone trovava nelle feste di paese, nei canti e nei balli, un momento di gioia, novità e sfogo.
In Usi e pregiudizj de’ contadini della Romagna di Michele Placucci, oltre a tutto il resto, c’è anche una serie di canti legati al ciclo della vita umana, dell’anno e del lavoro.
Nel 1894, Saggio di canti popolari romagnoli raccolti e annotati di Benedetto Pergoli è il primo lavoro che contiene canti e relative trascrizioni sul pentagramma. C’erano canti narrativi, stornelli, ninne-nanne…
Per quanto riguarda i balli, invece, la Romagna si differenzia da tutte le altre regioni per il liscio. Prima di questo, però, c’erano altri tipi di danze. Per esempio, il “bal spécc”, un ballo staccato che prima di quello di coppia spopolava molto.
Alcune ricerche antropologiche hanno dimostrato che molti balli antecedenti al liscio erano di “gruppo”, in cerchio o con ripetuti cambi di partner. In questo modo, si evitava di suggerire che il cavaliere stesse cercando di sedurre col ballo una dama in particolare.
Il salterello è la danza più antica della Romagna. Ma c’erano anche quadriglie, manfrine, tresconi. E poi polka, valzer e mazurka, che confluirono nel liscio.