La Pasqua in Romagna si festeggia anche a tavola. Oltre ad alcuni piatti tipici, ci sono anche tradizioni che sono arrivate fino ad oggi.
In passato, il giorno di Pasqua in Romagna si festeggiava soprattutto a tavola. Esistevano infatti dei veri e propri riti da rispettare. Questa festa arrivava dopo il periodo di Quaresima in cui i romagnoli mangiavano magro piatti tipici della tradizione come gli Spaghetti da Quaresima. Per questo motivo il cibo diventava così centrale nella tavola di Pasqua.
La colazione di Pasqua in Romagna
Il giorno di Pasqua in Romagna si iniziava a mangiare abbondantemente già a colazione. La protagonista assoluta era la Pagnotta Pasquale che veniva preparata in casa e presentava di solito una croce nella parte superiore. Per far lievitare l’impasto, questo veniva sistemato sotto le coperte del letto insieme al prete, lo scaldaletto per eccellenza molto utilizzato in passato. La pagnotta poi veniva portata da ogni famiglia al forno più vicino per poterla cuocere e consumare la mattina di Pasqua.
La ricetta della Pagnotta Pasquale variava da famiglia a famiglia, ma in generale si preparava utilizzando farina, zucchero, strutto, uova, buccia grattugiata di limone, vaniglia, lievito e uva secca. Nelle zone confinanti con le Marche, invece della pagnotta si preparava la crescia. Questa era una focaccia salata con formaggio.
La colazione di Pasqua prevedeva anche le uova sode, preparate usando le uova benedette in chiesa nella settimana precedente alla domenica, e il primo salame dell’anno. La bevanda tipica era il vino bianco dolce oppure il Sangiovese. La colazione del giorno di festa era un momento molto importante e proprio per questo era formata da cibi gustosi e sostanziosi.
I piatti di Pasqua della tradizione romagnola
Il pranzo di Pasqua erano d’obbligo i passatelli in brodo anche se alcune famiglie preferivano portare in tavola la zuppa imperiale. Un altro primo piatto tipico delle feste era la pasta al forno, meglio ovviamente se si trattava delle lasagne romagnole.
Tra le portate principali la facevano da padrona la carne di agnello e il castrato. Queste due carni erano molto apprezzate dai romagnoli che amavano sapori decisi ottimi alla griglia, al forno oppure in spezzatino. Pellegrino Artusi ha inserito la ricetta dell’Agnello con piselli all’uso di Romagna all’interno della sua grande opera “Scienza in cucina e l’arte di mangiare bene”.
Arrivati al dolce, nella tavola romagnola arrivava molto spesso il latte imperiale. Non mancava mai nemmeno la ciambella che permetteva di chiudere in bellezza un pasto di festa molto sostanzioso.