La storia dell’Albana di Romagna è molto lunga. Questo vino bianco era molto apprezzato da Galla Placidia, figlia di Teodosio.
I primi a parlare dell’Albana di Romagna furono Plinio il Vecchio e Plinio il Giovane. Secondo loro questo vino bianco tipico delle terre Romagnole era infatti un prodotto eccellente. Dello stesso parere era anche Catone. Nonostante fosse una persona che non amava eccedere nel mangiare e nel bere, l’uomo sapeva infatti apprezzare i buoni vini.
Una delle maggiori estimatrici dell’Albana di Romagna è senza dubbio Galla Placidia, figlia di Teodosio. Stando a una nota leggenda, la donna arrivò in un villaggio della Romagna dove le venne offerto questo vino bianco in un boccale di terracotta. Una volta assaggiato il vino, Galla Placidia disse una frase diventata poi celebre. “Non così umilmente ti si dovrebbe bere, bensì berti in oro, per rendere omaggio alla tua soavità”, commentò la figlia di Teodosio.
La frase di Galla Placidia fece nascere il mito di questo delizioso vino. Proprio da quella deriva anche il nome del paese che, da allora, è conosciuto come Bertinoro.
L’origine del vitigno Albana è dell’epoca romana. Il nome si ritiene derivi dal latino Albus che significa bianco. Il vino viene citato infatti tra il secolo XIII e il XIV nei Liber Ruralium Comudorum.
Nel 1200 si trova un riferimento al vino nel Trattato d’Agricoltura scritto dal bolognese Pier de’ Crescenzi. L’uomo ha descritto il vino come “potente e di nobile sapore, benserbevole e mezzanamente sottile…e questa maniera (tipo) d’uva e’ avuta migliore in tutta la Romagna”.
Albana di Romagna: la conquista del DOCG
L’Albana di Romagna ha ottenuto la DOCG nel 1987. Successivamente, nel 2011, il Disciplinare di produzione è stato modificato e da quel momento il nome corretto è Romagna Albana DOCG.