Il Latte Brûlé è un dolce che fa parte della tradizione culinaria Romagnola. Oggi rientra addirittura nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali dell’Emilia-Romagna.
Il Latte Brûlé viene spesso confuso con il crème caramel, con il latte portoghese e con la crème brûlée, ma in realtà si tratta di un dolce differente. In Romagna il Latte Brûlé è il dolce delle feste invernali, la chiusura perfetta dei pasti delle grandi occasioni. Non a caso veniva portato orgogliosamente in tavola quando in casa erano ospitati molti parenti.
Le origini del Latte Brûlé non sono certe, ma di sicuro già nell’Ottocento faceva parte dei pranzi e delle cene festive in Romagna. Pellegrino Artusi ha parlato infatti di questo dolce nel suo famoso libro “La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene”. Artusi, il primo cultore enogastronomico a scrivere un vero trattato sui cibi, ha dedicato la ricetta n. 692 proprio al Latte Brûlé.
Anticamente questo dolce era cotto a bagnomaria all’interno del camino. Si trattava di una pratica semplice anche se delicata. Il Latte Brûlé veniva posizionato all’interno di un altro recipiente pieno di acqua facendo attenzione che l’acqua non entrasse a contatto con il dolce. Sul coperchio venivano messe le braci allo scopo di far distribuire il calore nel migliore dei modi.
Questo dolce tipico Romagnolo è molto diffuso ancora oggi nella sua terra d’origine e spesso viene servito per chiudere i pasti domenicali. Chiaramente nel presente viene cotto a bagnomaria all’interno del forno di casa e non nel camino. Il Latte Brûlé è stato inserito addirittura all’interno della lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali dell’Emilia-Romagna.