Faraona alla cacciatora
(cookaround.com)

La faraona alla cacciatora è una preparazione davvero antica che fa parte da molti secoli della cultura culinaria della Romagna.

La faraona alla cacciatora è una ricetta tradizionale diffusa da secoli in Romagna. La versione che vi suggeriamo noi è quella presa in prestito dal volume Mangiare in Romagna, cultura, ricette e tradizione. In questo libro, infatti, è scritta la preparazione suggerita all’interno dell’opera Civiltà della tavola contadina in Romagna.

Ingredienti

  • 1 bella faraona
  • 2 – 3 spicchi d’aglio
  • 2 rametti di rosmarino
  • 1 rametto di salvia
  • 2 – 3 foglie di alloro
  • ½ cipolla
  • 1 gambo di sedano
  • 1 carota
  • 1 bicchiere di vino bianco secco
  • Sale e pepe 
  • 500 g di pomodori maturi
  • 100 g di lardo o pancetta
  • poco olio di oliva               

Preparazione

«Nel repertorio dei pennuti domestici c’era anche la faraona, che trionfava sulla tavola contadina in molte ricorrenze, magari come seconda portata dopo i bolliti. Molto spesso finiva arrosto, ma talvolta si metteva in tegame per accompagnarla con un sughetto di pomodoro, saporito e profumato con gli odori dell’orto.

Si pulisce accuratamente dentro e fuori, si taglia a pezzi piuttosto piccoli, si rosola in un tegame di terracotta insieme ad aglio, rosmarino, lardo battuto o pancetta e poco olio di oliva, si bagna col vino bianco secco da far sfumare a fiamma vivace, si sala e pepa, si tira a cottura aiutandosi con poca acqua o brodo caldi.

Nel frattempo, a parte, in una padella si rosola leggermente con poco strutto o olio di oliva un’abbondante battuto di aglio, cipolla, sedano, carota, rosmarino, salvia ed alcune foglie di alloro, quindi si uniscono i pomodori maturi dopo averli spellati e tritati grossolanamente, si fanno asciugare a fiamma vivace e a tegame scoperto.

Quando la faraona è tenera e ben colorita, si condisce con la salsina di pomodoro, rimestando con delicatezza e continuando la cottura ancora per pochi minuti affinché la carne prenda bene il sugo. Allo stesso modo si possono cuocere anche polli e conigli.» (L. Babbi Cappelletti, Civiltà della tavola contadina in Romagna, Milano, Idealibri, 1993)