Le frittelle di acacia o sambuco sono una preparazione particolare che richiede davvero pochi ingredienti per essere realizzata.

Le frittelle di acacia o sambuco sono piuttosto particolari, ma in passato erano spesso preparate nelle case della Romagna. Dal momento che sfruttavano ingredienti offerti dalla natura in primavera, anche le famiglie contadine meno abbienti avevano la possibilità di realizzarle. A quel tempo, le frittelle non erano un dolce e infatti venivano servite come un secondo piatto. Esse si portavano in tavola subito dopo la minestra e si gustavano tutti insieme a tavola.

Per preparare questa particolare pietanza, è possibile seguire la ricetta che andiamo ora a suggerirvi. Questa preparazione è presente su E’ Magnè: i mangiari negli usi dei contadini romagnoli dai racconti di Roberto Giorgetti e di sua mamma Maria Manuzzi. Vediamo dunque come ottenere le Fiùr ad marughèun frèt seguendo questa deliziosa ricetta.

Ingredienti per 4 persone:

  • ½ bicchiere di latte
  • Un mazzo di fiori di acacia
  • 2 uova
  • Olio extravergine di oliva
  • Sale
  • Zucchero

«Fare una pastella diluendo la farina col latte, le uova, lo zucchero ed un pizzico di sale. Immergervi i fiori di acacia e friggerli in olio bollente. Asciugarli su carta paglia e mangiarli caldi.» (E’ Magnè: i mangiari negli usi dei contadini romagnoli dai racconti di Roberto Giorgetti e di sua mamma Maria Manuzzi, a cura di Daniela Bascucci, Cristina Buda, Tiziano Bugli, M. Cristina Garavini, Roberto Giorgetti, Gualtiero Montanari, Panozzo Editore, Rimini, 2002)

Le frittelle si possono preparare anche utilizzando altri straordinari ingredienti offerti dalla natura durante la stagione primaverile. I contadini della Romagna infatti raccoglievano anche le viole, i fiori di sambuchi, i fiori dei lupis, il luppolo e i fiori delle robinie. Questi erano usati per realizzare diverse pietanze che con il tempo sono diventate davvero rare.