La cipolla dell’acqua di Santarcangelo di Romagna è conosciuta in dialetto come zvòla da aqua e rappresenta un prodotto d’eccellenza.
Conosciuta in dialetto come zvòla da aqua, la cipolla dell’acqua di Santarcangelo di Romagna rappresenta una vera eccellenza romagnola. Questa cipolla bianca è di grandi dimensioni e ha una forma globosa, il suo sapore è piuttosto dolce e risulta acquosa. L’area di coltivazione tradizionale era la zona bassa del torrente Marecchia, in particolare sulla sponda di Corpolò.
In realtà, essa si coltivava ovunque ci fossero acqua del Marecchia e anche a Santarcangelo di Romagna. Si irrigava facendo scorrere l’acqua dei fossi che venivano usati alternativamente da coltivatori e dai mugnai i cui mulini erano numerosi fino agli anni Quaranta. Esiste anche una documentazione che attesta come l’acqua dei fossi fosse contesa proprio tra contadini e mugnai.
Per lungo tempo, gli abitanti di questa zone di Romagna hanno avuto le cipolle come forma di sostentamento. Gli abitanti di Santarcangelo erano chiamati “zvùléun” dai vicini riminesi, proprio perché coltivavano questa cipolla. Ancora oggi la cipolla dell’acqua è coltivata qui e anche consumata e celebrata con numerose iniziative. Tra gli eventi principali ci sono quelli che si tengono durante la Festa di San Michele.