Come Artusi dava sollievo con il brodino: un piatto semplice e veloce
Quante volte, nei film, abbiamo visto un personaggio preparare un brodino di pollo per un altro personaggio sofferente? Certo, nei film americani è sempre brodo take-away, e di solito non sembra granché buono, ma il concetto è universale.
Scrive Artusi: “Un professore che curava una signora di mia conoscenza, gravemente malata, le aveva ordinato un brodo fatto nella seguente maniera”, e poi descrive la ricetta: “Tagliate magro di vitella o di manzo in bracioline sottili e mettetele distese una sopra l’altra in un largo tegame; salatele alquanto e versate sulle medesime tanta acqua diaccia che vi stiano sommerse. Coprite il tegame con un piatto che lo chiuda e sul quale sia mantenuta sempre dell’acqua e fate bollire la carne per sei ore continue, ma in modo che il bollore appena apparisca. Per ultimo fate bollire forte per dieci minuti e passate il brodo da un pannolino”.
Sicuramente questo brodino caldo dava sollievo – e lo dà ancora – a tutti gli influenzati, e certamente è più saporito e “forte” rispetto al brodino di pollo dei film. Tra l’altro, questa spiegazione – che ne “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” è la numero 2 –, dimostra una delle cose più interessanti del libro. La ricetta è stata data ad Artusi per interposta persona: il medico l’aveva raccomandata alla signora e la signora l’ha data a lui.
Tantissime ricette, nel volume, nascono in questo modo, e quindi sono davvero “popolari”.