La Pasticceria Fiorentini rappresenta rappresenta da decenni un vero e proprio punto di riferimento per la città di Faenza (RA).
Nel lontano 1962, due sorelle decisero di unire le loro vite a due fratelli e insieme intrapresero un’avventura nel mondo della pasticceria, collaborando con la rinomata Pasticceria Cenni, situata in Piazza Martiri della Libertà. Enzo Cenni, il proprietario della pasticceria, propose a Franco Fiorentini, che era stato un apprendista interno sin dal 1954, di assumere la gestione dell’attività. Il fratello di Franco, Italo Fiorentini, abbandonò la sua carriera come fornaio presso Rossini in Piazza San Francesco per unirsi a suo fratello Franco in laboratorio. Le rispettive mogli, Domenica Zinzani e Pierina Zinzani, lasciarono i loro impieghi presso la Cisa e l’Omsa per dedicarsi alla vendita dei deliziosi prodotti che sarebbero stati creati.
La produzione di dolci rifletteva la tradizione culinaria locale, utilizzando ingredienti e ricette che portavano con sé una ricca memoria culinaria. Tra i primi capolavori c’era lo zabaione Fiorentini, una ricetta perfezionata da Franco Fiorentini già nel 1958 e rimasta immutata negli anni successivi. Vennero creati anche i bignè ripieni di crema di zabaione e una serie di dolci tradizionali legati al territorio, tra cui i tortelli di San Lazzaro, il torrone, il certosino, i brutti ma buoni, la torta millefoglie, la classica torta di pan di Spagna farcita con zabaione, le favette dei morti e le specialità per il Carnevale.
Sette anni dopo, nel 1969, si presentò un’opportunità unica quando il negozio Natalucci di generi alimentari, Franco e Italo Fiorentini decisero di esaminare l’opportunità e alla fine acquistarono il locale, ristrutturandolo completamente. Nell’ottobre del 1969, la Pasticceria Fiorentini aprì le sue porte in Corso Mazzini, dove si trova ancora oggi. Con spazi rinnovati, tecnologie all’avanguardia e prelibatezze dolciarie di alta qualità, attirarono un gran numero di clienti. Per soddisfare la crescente domanda, iniziarono a reclutare giovani pasticceri, che sarebbero diventati maestri nel loro mestiere nel corso degli anni. La collaborazione familiare fu essenziale, con le mani esperte delle nonne che fornivano un aiuto inestimabile.