Allievo di Luigi Varoli, Umberto Folli è stato un protagonista della scena artistica della Romagna del XX secolo.
“Allievo prediletto di Luigi Varoli, amico e sodale di […] Ettore Panighi, Francesco Verlicchi e Giulio Ruffini“: già dalla presentazione che ne fa il portale Arteromagna.it, si può comprendere come Folli sia stato partecipe del fertile humus culturale del XX secolo romagnolo.
Contemporaneamente legato alla tradizione della pittura italiana e aperto alle tendenze artistiche del Novecento (tra i suoi riferimenti prediletti troviamo Kokoschka e Bacon), “Folli fa di questo isolamento un valore che gli permette […] di proseguire in una solitaria ricerca di una vera qualità della pittura“.
Sia per la scelta dei soggetti rappresentati che per la forma espressiva, “l’estetica di Folli è caratterizzata da un umanesimo pittorico popolare e magico” (la citazione è tratta da A. Tartagni, “Ricordando Folli” in La Voce di Romagna, 20 febbraio 2017, p. 34).
E infatti, come si può notare nell’opera presentata in copertina, lo skyline massese risulta “minimale e quasi astratto“: i veri protagonisti sembrano essere non la cittadina romagnola, ma la pennellata, il colore e le forme, essenziali nelle loro geometrie.