
Ad Anita, “moglie e compagna di gloria e di sventura di Giuseppe Garibaldi…e ai ravennati che morirono sul patibolo, nelle carceri, in guerra e in esilio”
La statua sorge al centro di Piazza Anita Garibaldi (alla nascita Anita Ribeira dé Silva in Merinos), a cui dà il nome, a Ravenna. L’inaugurazione della statua avvenne il 10 settembre 1888 alla presenza del re Umberto II. E’ opera del fiorentino Cesare Zocchi.
L’opera consiste in una figura femminile con le sembianze della dea greca Atena che rappresenta la città stessa di Ravenna mentre porge una corona di allora a un soldato caduto. Agli angoli vi sono quattro leoni posti su un piedistallo e con atteggiamento diverso. Tali animali simboleggiano gli anni cruciali delle lotte risorgimentali, infatti nei basamenti sono riportate del 1831, 1848, 1859 e 1870, ovvero gli anni delle guerre per l’indipendenza.
La statua però riprende anche momenti della vita privata di Anita, ovvero quando attraversa il fiume Canavas e il momento della sua morte, avvenuta il 4 agosto 1848 presso la fattoria Guiccioli, per aver contratto la malaria.
Il monumento ha una storia particolare in quanto non voleva solo simboleggiare l’eroina risorgimentale, ma anche i caduti per l’indipendenza. Tra oppositori e sostenitori di tale progetto, alla fine si giunse ad un compromesso concependo un monumento in onore di entrambe le parti.