
Sotto lo pseudonimo di Sonia Micela, la pittrice Norina Tambone visse i drammi del fascismo e della Seconda Guerra Mondiale ma trovò la forza di reagire ad essi attraverso la bellezza veicolata dall’arte.
L’arte ha il potere di educare alla bellezza. E se, come pensava il grande scrittore russo Dostoevskij, la bellezza salverà il mondo, allora l’arte ha sicuramente dato alla pittrice Sonia Micela la forza per superare l’insensatezza della guerra e di contrastare la barbarie e la violenza nazi-fasciste.
Sì, perché Sonia Micela, nativa di Bagnacavallo, prima di essere pittrice, aveva aderito alla Resistenza e, come “staffetta partigiana”, aveva contribuito, a rischio della vita, a mantenere i contatti tra i gruppi antifascisti.
Terminata la Seconda Guerra Mondiale, nella quale perse il nonno e la madre a causa della violenza fascista, poté dedicarsi completamente all’arte, lavorando nel suo studio di Riolo Terme, ma senza trascurare l’ambiente culturale lughese.
Nella sua ricchissima e sfaccettata produzione, possiamo trovare ritratti, nature morte, composizioni floreali, paesaggi marini (tra cui i famosi ‘padelloni‘ delle nostre coste) e boschivi.
Particolarmente adatto alla stagione autunnale che stiamo vivendo pare essere il dipinto presentato in copertina, Ponte sul fiume, in cui ritroviamo tutti i colori che ci aspettiamo di incontrare durante una passeggiata novembrina immersi nella natura.
Nel sito dedicato all’artista si può esplorare una nutritissima galleria di opere.