“Ponte sul fiume”, Sonia Micela, 1987, tecnica mista su cartoncino, conservato al Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo (Portale PatER)

Sotto lo pseudonimo di Sonia Micela, la pittrice Norina Tambone visse i drammi del fascismo e della Seconda Guerra Mondiale ma trovò la forza di reagire ad essi attraverso la bellezza veicolata dall’arte.

L’arte ha il potere di educare alla bellezza. E se, come pensava il grande scrittore russo Dostoevskij, la bellezza salverà il mondo, allora l’arte ha sicuramente dato alla pittrice Sonia Micela la forza per superare l’insensatezza della guerra e di contrastare la barbarie e la violenza nazi-fasciste.

Sì, perché Sonia Micela, nativa di Bagnacavallo, prima di essere pittrice, aveva aderito alla Resistenza e, come “staffetta partigiana”, aveva contribuito, a rischio della vita, a mantenere i contatti tra i gruppi antifascisti.

Terminata la Seconda Guerra Mondiale, nella quale perse il nonno e la madre a causa della violenza fascista, poté dedicarsi completamente all’arte, lavorando nel suo studio di Riolo Terme, ma senza trascurare l’ambiente culturale lughese.

Nella sua ricchissima e sfaccettata produzione, possiamo trovare ritratti, nature morte, composizioni floreali, paesaggi marini (tra cui i famosi ‘padelloni‘ delle nostre coste) e boschivi.

Particolarmente adatto alla stagione autunnale che stiamo vivendo pare essere il dipinto presentato in copertina, Ponte sul fiume, in cui ritroviamo tutti i colori che ci aspettiamo di incontrare durante una passeggiata novembrina immersi nella natura.

Nel sito dedicato all’artista si può esplorare una nutritissima galleria di opere.