Pieve San Pietro in Trento
Pieve San Pietro in Trento, lato sud (Shutterstock)

Dalle origini contrastanti, la pieve di San Pietro in Trento è dedicata ai Santi Pietro e Paolo e richiama alcune pievi diffuse nelle campagne romagnole

Secondo una tradizione secolare, l’origine della chiesa risale al periodo di Galla Placidia, ovvero al V secolo. Sulla base di una pergamena conservata all’Archivio Arcivescovile di Ravenna, sembra però che il suo nome compaia per la prima volta nel 977. Questo elemento farebbe quindi pensare ad una datazione successiva, datando la sua costruzione tra il VI e X secolo.

Cosa certa è l’origine del nome. Infatti esso deriva dalla posizione della pieve stessa, ovvero al miglio numero trenta secondo i criteri della centuriazione romana delle campagne circostanti, precisamente sul decumano che percorre la parte nord del forlivese.

Altra cosa certa è che la pieve di San Pietro in Trento richiama molto da vicino altre pievi nelle campagne romagnole. La facciata, frutto di rifacimenti, utilizza mattoni a vista ed è scandita da quattro lesene che preannunciano la ripartizione interna delle navate. Il largo ingresso è alleggerito da una bifora, spartita da una colonnina e da una sporgenza che richiama proprio la pieve di San Pietro in Sylvis, a Bagnacavallo.

Anche l’interno è semplice, con un soffitto in legno a capriate. All’interno un’archeggiatura pensile movimenta le fiancate della navata principale. L’abside, orientata a levante, è sopraelevata rispetto al resto della navata in quanto ospita nella parte inferiore la cripta. Quest’ultima è a stile oratorio presentando volte a crociera.

L’apparato decorativo consisteva in numerosi affreschi oggi in gran parte distrutti durante la Seconda Guerra Mondiale. Restano scarsi frammenti di “Madonna, bambino e San Pietro” del XV secolo, collocati sopra l’arcata del presbiterio.

La pieve ha due particolarità: la prima è l’abside che si presenta circolare internamente e poligonale esternamente. La seconda, più particolare, è la sua forma. La sua pianta infatti è del tutto asimmetrica con la forma di di quadrangolo scaleno: questo significa che vi è un solo angolo retto tra le pareti (tra la facciata e il lato sinistro) e che nessun muro è parallelo all’altro. Ultima particolarità: la pieve è in provincia di Ravenna ma appartiene alla diocesi di Forlì.

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