Boifava Bernardino realizzò l’opera con l’intento di rispecchiare appieno i canoni e la simbologia del regime
Quando nel 1922 sorse il Comitato per onorare i Caduti della Prima Guerra Mondiale, lo scultore forlivese Bernardino Boifava partecipò con i suoi bozzetti. Vinse sia il progetto del Monumento ai Caduti di Rimini, che quello di Santarcangelo.
L’opera venne realizzata nel 1925 ma inaugurata solamente nel 1928. La scultura è imponente anche in virtù del possente basamento in travertino e pietra arenaria che la sorregge. Poggia su sette gradini di pietra ed è realizzato in bronzo. Nella parte bassa vi è una stele, a forma di parallelepipedo affiancata da due semicolonne scanalate che ricordano dei fasci littori. Il gruppo scultoreo è composto da tre figure, due femminili che rappresentano una madre e una sposa, e un corpo maschile, un soldato morto, nudo appoggiato a uno scudo sorretto dalle donne.
Le due donne sono dolenti, distrutte dalla perdita del loro caro, ma forti nella muscolatura che si intravede, insieme alle vene, dalle vesti aderenti. Lo sforzo fisico è evidente. Si fanno carico del corpo maschile, figlio e sposo, nudo, mollemente adagiato sullo scudo ricoperto da un drappo che ricade a terra. La composizione richiama molto la scultura di età classica, anche per l’importanza dello scudo: difesa della patria senza mai abbandonare l’elemento di difesa.
Il monumento sorge in Piazza Ganganelli, a Santarcangelo, proprio difronte al municipio.