
L’artista Mario Bertozzi si è espresso attraverso una notevole varietà di materiali e tecniche (dal disegno alla scultura), nonché di tematiche.
Nato a Forlimpopoli nel 1927, Bertozzi ha lavorato alacremente, mantenendo sempre un profondo legame con la Romagna, sua terra di origine.
Ad esempio, suo è il monumento alla Libertà, realizzato per il Comune di Forlimpopoli nell’immediato dopoguerra, nel 1946.
Allo stesso modo, sua è la scultura che raffigura un altro illustre forlimpopolese, Pellegrino Artusi.
Recentemente, la casa natale di Bertozzi è divenuta Casa della Memoria: vi si conservano le sue opere.
Tra queste, ricordiamo, ad esempio, “i possenti Tori, i superbi Galli, e le raffigurazioni del Gallotauro, sua invenzione esclusiva, che unisce gli aspetti più eclatanti dei due animali”.
Eppure, Bertozzi ha dedicato la sua attenzione e la sua creatività anche ad altri aspetti della natura (si vedano, ad esempio, i cicli delle Conchiglie e degli Uragani), così come alla rappresentazione dei tipi umani (Volti, ovvero ritratti di forlimpopolesi e romagnoli, come Il contadino romagnolo, Il taglialegna, Il mercante o il Busto di Stefano Pelloni detto “il Passatore”).
Lasciamo ora che siano le parole dell’artista stesso ad accompagnarci: lui stesso amava definirsi “L’ultimo Romagnolo”.
Sul sito web dedicato all’artista è possibile ammirarne le opere, ‘viaggiando’ tra i colori e le forme che il suo talento ha saputo creare.