
Allievo di Giovanni Marchini, il forlivese Maceo Casadei (classe 1899) scelse spesso come soggetto per i suoi quadri i tipici paesaggi del ravennate.
Se c’è una particolarità nella produzione pittorica di Maceo Casadei, è che, pur essendo emigrato molto giovane con la famiglia in Francia, a Lione, la Romagna lo accompagnò lungo tutto il suo percorso artistico.
Dopo aver preso parte alla Prima Guerra Mondiale, infatti, decise di tornare nella terra natale, dedicandosi alacremente alla pittura.
Molto interessato a rendere realisticamente, senza velleità favolistiche, i soggetti rappresentati, ha sempre dimostrato una grande attenzione ai dettagli, soprattutto se legati ad un mutamento cromatico in un contesto di omogeneità del colore.
Suo maestro era stato, prima della partenza per la Francia, il fondatore del Cenacolo Artistico Forlivese, Giovanni Marchini; nonostante lo stesso Casadei fosse nato a Forlì, furono Ravenna e l’ambiente naturale intorno alla città ad attirare la sua attenzione e il suo interesse.
E così ritroviamo quadri che fanno riferimento al mondo della pesca, dei capanni (ad esempio il quadro Capanni in valle, presentato in copertina), alla Piallassa e, naturalmente, alla spiaggia, in questo caso di Marina di Ravenna.
Tutti i soggetti di Casadei tendono sempre al realismo: le forme, le sagome, i colori sono filtrati attraverso la prospettiva dell’artista, ma sempre in maniera contenuta, come a non voler snaturare la naturale bellezza, quasi idillica nella sua placidità, dei paesaggi della Romagna.